
I punti chiave
Tra le misure adottate per contrastare la violenza di genere, spesso si ricorre al braccialetto elettronico. Una soluzione che ha evidenziato criticità e difficoltà legate a problemi di malfunzionamento, scarsa reperibilità, e talvolta a manomissioni volontarie. Oggi, anche grazie alla legge del 25 gennaio 2025, dopo mesi di allarmi e segnalazioni, sembra che la situazione sia in miglioramento. «Il dispositivo non può essere la panacea di tutti i mali e bisogna capire come utilizzarlo meglio» spiega il magistrato Valerio de Gioia. Il legislatore e la società collegata al dispositivo, Fastweb, si sono attrezzati per il miglioramento. Il decreto legge di dicembre, che a gennaio è stato convertito in legge, ha stabilito che i braccialetti elettronici verranno disposti solo quando le condizioni lo permetteranno. Occorre cioè che ci sia la fattibilità tecnica oltre che la fattibilità operativa. Ma tutto questo sarà sufficiente?
AZIONE ANTI STALKING
Introdotto in Italia a livello sperimentale nel 2001, nei primi anni venne utilizzato solo come uno strumento di controllo nel caso di persona condannata a scontare la pena nella propria abitazione. Il vero aumento arrivò nel 2019 con l'introduzione del codice rosso e cominciò a essere usato come strumento di contrasto alla violenza di genere e nel novembre del 2023 quando venne applicato anche alle persone accusate dei cosiddetti «reati spia» del femminicidio, come stalking e maltrattamenti. A dicembre del 2023 il numero di braccialetti attivi era 5.695, già decisamente in crescita rispetto ai 3.357 del 2022 e ai 2.808 del 2021. Alla fine del 2024 i braccialetti elettronici attivi in Italia erano 10.458, di cui 4.677 con funzione antistalking.
NEGLI ALTRI PAESI
In altri paesi il numero di braccialetti in uso è inferiore rispetto a quello che c'è in Italia, con una diversa gestione. In Francia i dati del ministero dell'Interno dicono che nel 2023 i braccialetti installati erano 963.
Il monitoraggio, sia in Francia che in Spagna, viene affidato a centrali operative dedicate, private o pubbliche, attive 24 ore su 24 7 giorni su 7 con personale specificamente formato. In Italia non è stato creato un sistema nazionale. Sia il monitoraggio che l'intervento in caso di allarme sono affidati invece alle forze dell'ordine.
CHI DECIDE
In altri paesi europei le valutazioni per decidere se il braccialetto è idoneo vengono fatte dai magistrati affiancati da speciali commissioni o sulla base di una serie di analisi. In Italia è la polizia giudiziaria che verifica la copertura di rete e la distanza tra i due soggetti. Le forze dell'ordine verificano la fattibilità, valutano le persone coinvolte che devono collaborare attivamente, il loro contesto sociale, e poi i luoghi, le condizioni abitative, l'effettiva copertura del segnale. In passato è successo anche che il braccialetto venisse dato per difendere una donna senza fissa dimora e dunque impossibilitata a ricaricare l'apparecchio.
Oggi, se l'aggressore vive per esempio a una distanza inferiore a quella necessaria per la sicurezza della vittima, il braccialetto viene escluso, così come viene escluso se le persone coinvolte vivono in determinati luoghi o aree geografiche dove il segnale è scarso.
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