TorinoLa domanda è toccata a tutte le «ministre» che si sono affacciate tra ieri e ieri l'altro alla ventiseiesima assemblea annuale dell'Anci, ospitata dal Lingotto Fiere di Torino: «Ministro, esprime la sua solidarietà a Rosy Bindi per le parole che le ha rivolto il premier nel corso di Porta a porta?». Quando si dice una tappa obbligata. Ferma allo stop, il ministro del Turismo, Michela Vittoria Brambilla, non ha fatto cenno di voler arretrare: «Non credo a distinzioni di genere quindi alla solidarietà o tra donne o tra uomini. Ci si dovrebbe chiedere piuttosto se sia giusto utilizzare il servizio pubblico per offendere qualcuno ed è quello che mi chiedo da quando, per esempio, è andato in onda Annozero. Portare la dialettica su un terreno sul quale una certa opposizione, non tutta, ha fatto scivolare il confronto è qualcosa che non fa bene a nessuno e dà un'immagine dell'Italia che né qui né all'estero fa bene». Contro il risiko dei commenti, il ministro ha opposto una richiesta: allargare l'orizzonte. Insomma, ferma allo stop ha suggerito di ripartire: «Credo che maggioranza e opposizione debbano confrontarsi sempre in maniera costruttiva e con l'unico fine di mettere la propria attività al servizio del Paese».
Guardare oltre i soliti steccati. Che poi è anche un po' la filosofia che ha accompagnato la stesura del «Manifesto per la promozione del turismo accessibile», quella carta dei diritti e dei doveri che doveva essere la ragione principale della presenza di Michela Vittoria Brambilla sotto la Mole, al netto dei commenti del dopo Porta a porta. Nel manifesto, l'immagine di un turismo prêt à porter, che non sia solamente per tanti, ma finalmente per tutti. L'Italia delle strutture e dei servizi che diventa non solo a misura di disabile (la sfida più difficile da vincere), ma accogliente anche per gli anziani con difficoltà a muoversi, per le donne in dolce attesa, per chi soffre di intolleranze alimentari.
«Un Paese non si può considerare civile se non garantisce l'accessibilità ai luoghi pubblici e privati a tutti i cittadini e questo è ancor più vero se si parla di turismo - ha spiegato il ministro -. E quando garantisci maggiore accessibilità, ottieni anche un maggior numero di presenze». Le persone che, per dirla con Brambilla, hanno «bisogni speciali» a spanne in Italia sono tre milioni e mezzo, 38 milioni in Europa, un bacino potenziale di grande interesse per gli operatori. «Ma qui si tratta di ben altro - ha avvertito il ministro -, qui si tratta una volta per tutte di mettere la persona al centro delle politiche di sviluppo. Anche perché spesso il turismo non è solamente divertimento, ma cura e benessere».
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