Fra pochi giorni potrebbe essere un uomo libero. La sorte di Cesare Battisti si deciderà entro la fine di questa settimana. I giudici del Supremo Tribunal Federal mercoledi esamineranno tutte le carte e prenderanno una decisione sull'estradizione. Sarà la sentenza definitiva. Anche se i parenti delle vittime dell'ex terrorista italiano fanno sapere di essere pronti a dare battaglia per protestare contro l'eventualità di un colpo di spugna. Tecnicamente cosa accadrà? L’alta corte brasiliana, che l’8 novembre 2009 si era pronunciata in favore dell’estradizione di Battisti, dovrà decidere se accettare o meno la direttiva fornita da Lula nell’ultimo giorno del suo mandato: l'ex presidente Lula, che scelse di confermare il parere del suo ministro della Giustizia, Tarso Genro, negando così l’estradizione di Battisti. Uno degli avvocati dell'ex membro dei Pac (Proletari armati per il comunismo), Renata Saraiva, ha fatto visita a Battisti nel carcere di Papuda: sul quotidiano O globo si legge che Battisti continua a prendere antidepressivi ed è molto ansioso.
A questo punto appare difficile che il Supremo Tribunal riveda la scelta di lasciare l'ultima parola al presidente: negli ultimi giorni in Brasile si è largamente diffusa l'impressione che Battisti stia per essere liberato. Se ciò dovesse avvenire l'ex terrorista italiano potrebbe lasciare il carcere di Papuda, alla periferia di Brasilia, già venerdì. O al massimo entro il fine settimana. Anche se libero, comunque, Battisti perderebbe lo status di rifugiato politico e sarebbe, a tutti gli effetti, un immigrato irregolare. Proprio per questa ragione dovrebbe restare a disposizione delle autorità brasiliane, ai domiciliari, in attesa di una regolarizzazione. Qualcuno dice che potrebbe darsi un'altra volta alla macchia cercando un nuovo posto dove andare a vivere. Ma al riparo dall'estradizione sarebbe comunque un rischio abbandonare il Brasile...
I parenti di alcune delle vittime di Battisti (che com'è noto è stato condannato per reati comuni, oltre che per terrorismo), sono tutt'altro che ottimisti sull'esito della vicenda. Nonostante questo, però, vogliono dare battaglia. Sono pronti a fare causa allo stato brasiliano e forse anche contro quello italiano.
- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.