Roma - "Bisogna vedere il risparmio che si produrrà da questa decisone nell'arco di un decennio: non è piccolissimo, sono tra i 2 e i 3 miliardi. Deve andare a compensare le disparità, le discriminazioni, i pesi diversi in termini di welfare e di ruolo fra uomini e donne. Io dico asili nido, tutto quello che verrà risparmiato deve andare in asili nido e welfare familiare". Il ministro della Pubblica amministrazione, Renato Brunetta, intervenendo a Rtl, sparla di nuovo dell'adeguamento dell'età pensionabile fra uomini e donne nel pubblico impiego. Ricordando l'obbligatorietà di una soluzione del problema imposta dalla Corte di Giustizia europea, Brunetta ha sottolineato che "abbiamo una sentenza che dobbiamo ottemperare". Che venerdì scorso c'é stata "una riunione interministeriale" sul tema e che il ministro del Welfare ha incontrato il commissario Ue Vladimir Spidla. "Entro il mese di luglio - ha detto - risolveremo il problema. Nel frattempo vedremo sindacato e parti sociali e troveremo la soluzione equilibrata e giusta. E' un obbligo postoci dalla sentenza della Corte". Naturalmente - ha aggiunto - "si deve fare, c'é un'ipotesi di farlo in 10 anni: con flessibilità, recuperando all'interno del settore pubblico e all'interno del welfare familiare, quanto risparmiato". Nel Governo - ha spiegato - "c'é tutta una discussione su come farlo e la maniera più giusta ed equa, salvaguardando i diritti acquisiti".
Riforma del welfare "E' una riflessione che va fatta e molto probabilmente, una volta scavallata la crisi e cioé nel 2010, occorrerà seriamente mettere mano al welfare. E il welfare pensionistico, il welfare abitativo, il welfare familiare, sappiano tutti che sono collegati fra di loro. C'é un'opinione maggioritaria nel governo - ha spiegato Brunetta -: mentre c'é la crisi è inutile stressare la gente con riforme molto delicate come quella generale del welfare pensionistico". Secondo il ministro comunque, prima di affrontare il nodo di una vera riforma, sono necessarie "riflessioni sul welfare in generale: non solo innalzare l'età di pensionamento, ma anche ridistribuire maggiori risorse per il welfare familiare". E - non da ultimo - ripensare "anche alla rivalutazione delle pensioni in essere, che hanno un sistema di indicizzazione molto precario".
Tremonti: "I soldi restano al lavoro" "Se si fa la riforma, chi pensa di farla per prendere i soldi dagli operai e darli a chissà chi, se lo tolga dalla testa. Se si fa la riforma i soldi restano sempre nel lavoro, per il lavoro, al lavoro". Così su una possibile riforma del sistema pensionistico.
"Stiamo studiando e considerando anche il meccanismo delle pensioni - ha spiegato - che però, insisto, è il più sicuro o tra i più sicuri in Europa, secondo l'Europa". E comunque - ha proseguito - "non è che questi meccanismi li cambi come cambi la polizza di assicurazione dell'auto. Nei salotti fa molto bello fare tutte queste robe, in concreto è un po' difficile".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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