«Diciamo che non c’è stata partita ». Gigi Buffon ci mette subito la faccia. Stavolta niente fuga negli spogliatoi come dopo la semifinale vinta contro la Germania. Perché lui è il capitano in campo ma soprattutto fuori di una nazionale che solo all’ultimo atto si è risvegliata bruscamente dal sogno. Lui l’aveva già detto in tempi non sospetti: «L’Italia non può vincere l’Europeo perché c’è una nazionale, la Spagna, che manifesta in maniera forte la sua superiorità». La partita di ieri sera lo ha confermato e SuperGigi ancora una volta aveva ragione. «Sono stati troppo superiori a noi per cui il rammarico di aver perso per certi aspetti è relativo - ha aggiunto - quando ti scontri contro una forza come questa Spagna che sembra invulnerabile riesci ad accettare anche con piu serenità la sconfitta».
Fino all’epilogo di Kiev Buffon con le sue parate aveva messo la firma sulla cavalcata azzurra. Ci credeva all’impresa perché le sensazioni erano le stesse del 2006. Lui che con ieri ha tagliato iltraguardo delle centoventi presenze in azzurro e a breve diventerà l’azzurro con più gettoni di presenze nella storia. Se alla vigilia da vero condottiero ha esaltato il «gigante» Napolitano, nella serata più amara rende omaggio al popolo: «Siamo noi che ringraziamo di cuore i tifosi italiani, per noi è stato un orgoglio regalare soddisfazioni. Abbiamo dato quello che avevamo, poi nella vitaci sta incontrare i più forti ed è andata come è andata».
E poi l’orgoglio per un capitano che considera la maglia azzurra una seconda pelle: «La nazionale è l’unico veicolo che riesce a portare un pò di gioia nelle case degli italiani». Più volte Prandelli durante il torneo ha rivendicato maggiore attenzione da parte del calcio italiano all’Italia, Buffon si schiera al fianco del ct azzurro: «Me lo auguro perché è un patrimonio di tutti». Dopo quattro sberle è difficile fare un bilancio ma Buffon non si tira indietro: «Abbiamo fatto comunque un grosso torneo. È stata una bellissima cavalcata. Chiaro che quando arrivi in finale vuole vincere». E allora il rammarico è tanto anche per chi come Giorgio Chiellini ha lottato in questa avventura per esserci, perseguitato dagli infortuni. Rischiava neanche di salire sull’aereo per Polonia e Ucraina per un guaio muscolare. Ha recuperato ed è stato abile e arruolato per la sfida con la Croazia. Di nuovo ko con l’Irlanda.Recupero miracoloso per la Germania e ieri sera di nuovo fuori causa dopo appena venti minuti.«C’è sicuramente tanta amarezza, siamo arrivati stanchi e gli infortuni lo dimostrano».
Il difensore bianconero è un leader di questo gruppo riconosce i meriti dell’avversario e il rammarico di non essere«riusciti a giocarcela come all’esordio. Dobbiamo solo essere orgogliosi di questo torneo, è un punto di partenza per un futuro che ci deve portare a vincere». Resta comunque un’occasione persa perché «per la maggior parte di noi era la partita più importante della carriera rimane il rammarico». Espresso in tutta la sua sincerità dalle tante lacrime di Leonardo Bonucci, una delle immagini che rimarranno della notte di Kiev. Il centrale della Juventus non nasconde la pesantezza del colpo subito: «È una batosta perché perdere una finale ci sta ma così fa male ». Lui non si dà pace davanti a un verdetto impietoso: «Fossimo stati un’altra squadra non ne prendevamo quattro, loro si sono dimostrati più forti. Rispetto a Danzica ci è mancato il carattere e la stanchezza ha inciso ». Poi trova anche la forza di sorridere quando gli dicono che forse manca un rigore agli spagnoli per un suo fallo di mano: «La manita no... Meglio quattro».
C’è poco da dire sulla partita anche se Bonucci ha la lucidità per sottolineare che «i due infortuni ci hanno tagliato le gambe. Nel secondo siamo rientrati con un’altra cattiveria e l’occasione di Di Natale lo dimostra». Il blocco della Juventus è stato determinante in questa avventura come spesso nella storia della nazionale: «Aiuta, ma questa è l’Italia e almeno grazie anche al ct Prandelli che ci ha dato un’identità precisa di gioco, sempre propositivi ci siamo tolti di dosso l’etichetta di catenacciari».
De Rossi riconosce la superiorità della Spagna: «Abbiamo raggiunto un livello alto, ma con loro sette volte su dieci perdiamo». La chiusura è la sintesi perfetta di Barzagli: «La finale non cancella il buon europeo che abbiamo fatto. Ma perdere 4-0 è una mazzata».- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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