Bus si schianta all’incrocio: sette passeggeri in ospedale

Una cosa è certa: a Milano la malasorte prende di mira i mezzi pubblici. E ultimamente ne sta abusando. Ieri mattina l’ennesima Caporetto per l’Atm, l’Azienda trasporti milanese. Anche se stavolta, è doveroso sottolinearlo, il mezzo coinvolto nell’incidente non ha alcuna responsabilità. Secondo la ricostruzione della polizia municipale, infatti, sarebbe tutta colpa dell’uomo alla guida di una Ford Escort che non ha rispettato lo stop, se all’angolo tra via Rimini e via Bordighera, accanto all’Alzaia Naviglio Pavese, ha finito per scontrarsi con un autobus della linea 59.
Erano le 11.15. Sul posto sono arrivate un’automedica e 3 ambulanze: inizialmente i feriti, seppur non gravi, erano in tutto ben 11, un numero sufficiente per preoccuparsi e non poco. I conducenti dell’auto e dell’autobus, insieme ad altri due passeggeri, però, hanno rifiutato le cure e, alla fine, all’ospedale - suddivisi tra Gaetano Pini, Fatebenefratelli e istituto Galeazzi - sono finiti in sette, tutti in codice verde, quello assegnato dai soccorritori a quei pazienti che non presentano compromissione dei parametri vitali.
Ormai gli incidenti che coinvolgono mezzi pubblici non si contano più. Solo mercoledì mattina, poco prima delle 7.30, in piazza Cinque Giornate era toccato a un tram della linea 12, deragliato mentre stava svoltando in corso XXII Marzo: l’ultimo carrello del mezzo - stando alla ricostruzione fatta dall’azienda - è uscito da un binario a causa del sollevamento di un massello. Atm, però, è stata costretta a diffondere un ordine di servizio a tutti i conducenti delle linee 12 e 27 dirette al capolinea di viale Molise e viale Ungheria «di non utilizzare più lo scambio numero 15 a sinistra», deviando a destra fino a piazza Fontana o tornando indietro fino ai rispettivi capolinea. Risultato: il traffico in centro è rimasto bloccato, in piena ora di punta, per un’ora.
Un pomeriggio di una decina di giorni fa, venerdì 30 ottobre, altri due tram, il 33 e il 23, si erano tamponati all’incrocio tra via Pascoli e via dei Mille: entrambi i mezzi erano diretti verso il centro e il conducente del 33 non aveva frenato in tempo; il bilancio era stato di 3 feriti, ma il traffico non ne aveva sofferto più di tanto: in meno di mezz’ora i mezzi erano stati rimossi.
Allora Atm aveva parlato di casualità, di «cose che succedono». E qualcuno in Foro Bonaparte si era pure alterato: «Non è uno scontro. E nemmeno un deragliamento: può capitare».
Gravi conseguenze per il traffico anche lunedì 26 ottobre, in piazza Cordusio, nel primo pomeriggio. Quando il tram della linea 12, diretto verso Roserio, con il muso si è incastrato nel fianco del 14, modello «Sirietto». Bilancio: sei feriti, di cui due portati via in ambulanza, una mezz’ora di traffico completamente fermo, percorsi deviati di tutti i tram che passano per il centro.

E ancora: quattro vetri del 14 in frantumi, fiancate sfregiate e ammaccate. Anche in quel caso un tram non aveva rispettato il rosso, un altro errore umano. Il problema è che tra ciò che può capitare, l’errore umano, la manutenzione, il destino e la malasorte, quasi ogni settimana si replica.

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