Bush stregato da Jacques Cousteau crea il parco marino dei record

Nella zona vivono settemila specie animali, molte delle quali sono a rischio estinzione

Mariuccia Chiantaretto

da Washington

Jacques Cousteau ha compiuto un miracolo. Un suo documentario di 65 minuti sulle meraviglie dei fondali marini che il figlio Jean Michael ha portato alla Casa Bianca ha convinto il presidente Bush a creare il più grande parco marino del mondo alle Hawaii.
L'estensione del Northwestern Hawaian Island National Monument è impressionante: 362.500 chilometri quadrati che includono le acque del Pacifico dalle isole Hawaii fin oltre l'atollo Midway. Nella zona, spiegano gli esperti, ci sono 7mila specie marine di cui almeno un terzo non esiste da alcuna altra parte del mondo. Fra gli animali a rischio che la riserva voluta da Bush cercherà di proteggere ci sono le foche monache e le tartarughe verdi.
Con una semplice firma il presidente Bush, in cerca di consensi dell'opinione pubblica, ha decretato l'immediato divieto di pesca nella zona e contraddetto nello stesso tempo la sua stessa amministrazione che cinque anni fa aveva allentato le restrizioni imposte da Bill Clinton sulla barriera corallina al largo delle Hawaii. Il documentario di Cousteau ha folgorato Bush. Secondo un funzionario presente alla proiezione il presidente sarebbe addirittura balzato in piedi alla fine chiedendo ai suoi collaboratori di mettersi immediatamente all'opera per creare il parco marino.
«Il presidente era entusiasta - ha raccontato Michael Cousteau parlando della visita alla Casa Bianca -. Il documentario ha avuto su di lui un effetto incredibile: gli ha fatto scoprire la connessione fra la qualità della nostra vita e gli oceani». La zona in cui il governo federale prenderà possesso e vieterà sia la pesca che la raccolta dei coralli è punteggiata di isolette, atolli, pinnacoli di terra che spuntano dall'oceano. Tutte queste isolette fanno parte dello Stato delle Hawaii ad eccezione dell'atollo di Midway, diventato famoso durante la seconda guerra mondiale, che è una dipendenza degli Stati Uniti.
Secondo gli ambientalisti, in questi paradisi terrestri sperduti nel Pacifico, scomodi ed isolati al punto da essere ignorati dall'uomo che col turismo ha rovinato buona parte del pianeta, nidificano circa 14 milioni di uccelli. Dopo aver visto il documentario di Cousteau Bush ha consultato anche la governatrice repubblicana delle Hawaii Linda Lingle che si è immediatamente dimostrata entusiasta dell'iniziativa. Per procedere velocemente senza intoppi Bush ha usato l'Antiquities Act del 1906 che conferisce al presidente il potere di definire monumento nazionale una zona che ritiene di dover proteggere.
George Bush ha affidato la gestione del mega parco marino al capo del National Oceanic and Atmospheric Administration, Conrand Lautenbacher. «Ciò che ha decretato il presidente - ha commentato Lautenbacher - è una vera e propria pietra miliare. Ci permetterà di mantenere la biodiversità e di creare l'allevamento delle specie animali del Pacifico».
La creazione del Northwestern Hawaian Island National Monument - ha spiegato Elliot Norse del Marine Conservation Biology Institute - è la cosa più bella che Bush abbia fatto per l'ambiente in sei anni di presidenza. Ne abbiamo parlato e l'ho trovato entusiasta e realmente convinto di dover intervenire con vigore».
Il divieto di pesca, grazie all'Antiquities Act invocato da Bush, ha effetto immediato e comprende anche i contratti quinquennali degli otto pescherecci per la pesca commerciale rilasciati a suo tempo dal governo americano. Kitty Simonds, direttrice del Western Pacific Fishery managemente Council, ieri si è riufiutata di fare commenti sulle restrizioni imposte con la creazione del parco marino.


Nella zona della riserva voluta da Bush, denunciano gli ambientalisti, fra il 1977 ed il 1998 una decina di pescherecci con tanto di permesso hanno raccolto più di 15 milioni di aragoste pregiudicando la sopravvivenza non soltanto di queste specie ma anche delle foche monache che di esse si cibano.

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