«Il settore sanità funziona a pieno ritmo, nessuna azione ha subito arresti o rallentamenti» si era affrettata a chiarire non più tardi di 48 ore fa la presidenza della Regione Lombardia, in modo da arginare le accuse scagliatele addosso dalla Cgil, secondo la quale il «caso Cè» stava provocando lo stallo dellintero assessorato. Ma al Pirellone non avevano di sicuro previsto quanto si sarebbe verificato ieri mattina durante la riunione della Commissione sanità, e cioè che la Lega si rifiutasse di votare le voci del documento di programmazione economico-finanziaria regionale e del programma regionale di sviluppo riguardanti appunto il settore in questione. Mettendo così in stand-by lintero nuovo piano di finanziamento sanitario, che dovrebbe arrivare in aula nella tre giorni di seduta consiliare di bilancio programmata per la fine del mese.
«Abbiamo chiesto di rinviare la votazione in attesa di chiarimenti sulla questione Cè» ha motivato il vicepresidente di commissione, il lùmbard Stefano Galli, e il resto della maggioranza ha accolto la richiesta. Seppur con limpegnativa di convocare una nuova seduta di commissione mercoledì prossimo, altrimenti il mancato via libera dei due provvedimenti ne impedirebbe lapprovazione pure in Commissione bilancio, che deve essere lultima ad approvarli.
Il Carroccio ha inoltre sollevato perplessità su alcuni emendamenti proposti dallassessore alle Finanze Romano Colozzi e che dovrebbero essere ratificati in sede di approvazione definitiva del bilancio in consiglio. Piccole ritorsioni che la Lega (che, per ordine di Bossi, non vuole andare alla rottura definitiva in Lombardia) sta mettendo in atto col tentativo di indurre Formigoni a tornare sui propri passi e ricollocare Cè al proprio posto, ma il governatore non appare affatto intenzionato a cedere: fin quando non riceverà dallassessore sospeso le scuse per quanto dichiarato sui giornali («la sanità lombarda è governata secondo logiche di potere»), unita allimpegno di evitare nuovi scontri con gli altri rappresentanti di giunta (con alcuni dei quali era quasi arrivato alle mani), non gli verrà riaffidato lassessorato alla Sanità.
«Non servono esibizioni muscolari, urgono invece equilibrio e senso di responsabilità - è stato linvito lanciato ieri, attraverso Il Velino, dalla coordinatrice regionale di Fi Mariastella Gelmini -; faccio appello alla Lega e a Cè perché sblocchino la situazione con un passo avanti che tutti attendiamo. Se lintenzione di Cè è quella di restare a Milano, così come le dimissioni da parlamentare dimostrano, allora si adoperi perché questo possa succedere. Più si aspetta e maggiore è il danno che tutta la regione patisce».
Soluzione che non arriverà prima dellincontro tra Berlusconi e Bossi al rientro del premier dagli Usa.
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