Talvolta nel furore della battaglia capita anche di colpire gente che indossa la tua stessa uniforme. Mutatis mutandis, è proprio questo quanto è successo domenica sera nel post-partita di Juventus-Atalanta a Massimiliano Allegri. Il tecnico della Juventus, ancora con l’adrenalina a mille dopo il pirotecnico pareggio con la Dea, si è lanciato in una perfida battuta contro l’avvocato Mattia Grassani, senza però sapere che il legale partenopeo stava dando ragione alla Vecchia Signora. Un incidente all’apparenza insignificante, che però rende chiarissimo come gli animi all’interno della società bianconera siano parecchio arroventati. La cosa che ha fatto però furore sui social è come l’avvocato, in una diretta successiva alla Domenica Sportiva, abbia cambiato l’oggetto dell’ironia allegriana: una bella cravatta di colore celeste Napoli…
La cravatta dello scandalo
Come succede spesso nei programmi post-partita, invece di staccare subito sull’ospite in zona mista si lascia finire il ragionamento a chi sta parlando in quel momento, con l’allenatore o il giocatore già microfonati che possono sentire tutto. All’interno di Sunday Night Square, il programma di Dazn che accompagna la partita della domenica sera, Allegri è arrivato dall’inviato proprio mentre Mattia Grassani stava discutendo della sentenza e della pesante penalizzazione nei confronti della Juventus. Magari il tecnico livornese non ha sentito tutto ma il legale specializzato in giustizia sportiva stava dando ragione ai bianconeri, affermando che anche altri club sono coinvolti nelle pratiche che sono costate carissime alla Vecchia Signora. Certo, il suo studio legale bolognese ha seguito in passato il Napoli ma è anche parte in causa nella vicenda che ha coinvolto la Juve, specificamente Genoa e Pisa, che al momento sono state prosciolte.
Insomma, Grassani è molto richiesto visto che è specializzato nel campo minato della giustizia sportiva. Forse perché non aveva seguito del tutto il ragionamento del legale, Allegri invece ha ironizzato sulla vicinanza dell’avvocato al Napoli, testimoniata dalla sua cravatta. Chiamato in causa, il tecnico della Juve ha fatto i complimenti "soprattutto per la cravatta celeste, che è meravigliosa, veramente". Incalzato dallo studio ha rigirato il coltello nella piaga, insistendo sul colore della cravatta. Grassani ha glissato, facendo finta di niente ma pochi minuti dopo, alla "Domenica Sportiva", ha pensato di togliere la cravatta dello "scandalo", mettendone una più scura. Viene in mente il famoso brocardo "excusatio non petita, accusatio manifesta" ma è probabile che il legale abbia preferito evitare facili polemiche. Chiaramente la cosa non è sfuggita alla rete, che ha ironizzato pesantemente a colpi di meme. Un peccato, perché Grassani aveva detto parecchie cose interessanti, sommerse da queste baruffe chiozzotte.
Un quadro molto complicato
Visto che si tratta di uno dei massimi specialisti nella giustizia sportiva, il parere del legale bolognese è particolarmente interessante, dato che in passato è stato ingaggiato da molte squadre professionistiche italiane. Nel corso della trasmissione ha parlato del ricorso della Juventus una volta uscite le motivazioni della sentenza, ribadendo come si tratti di "una partita secca, il collegio di garanzia o confermerà per intero la sanzione o annullerà e rimanderà alla corte federale d'appello per una nuova valutazione di merito con indicazioni da adottare". Questo però potrebbe essere solo l’inizio di una serie di altri guai forse ancora più complicati, specialmente relativi alla questione degli stipendi durante la pandemia.
"Credo che questo filone del procedimento non rimarrà isolato - ha aggiunto - perché la procura federale ha aperto un ulteriore fascicolo per le mensilità Covid. I punti di penalizzazione per questa eventuale sanzione, a prescindere dalla conferma dei 15 punti o meno, potrebbero essere irrogati". Ai tanti tifosi bianconeri furibondi perché a pagare sarebbe ancora solo la loro Juve, Grassani ricorda come il giudizio riguardasse una vicenda molto specifica, non il quadro generale, che coinvolge altre società professionistiche. "Il giudizio scelto dalla Procura Federale per riaprire il processo, quello di revocazione, si è basato sull’acquisizione di 14mila documenti che sono stati trasmessi dalla Procura di Torino. Lì sono stati trovati nuovi elementi di accusa che secondo l’accusa Figc potevano riaprire il processo ma che riguardavano solo la Juve non altre squadre come Genoa, Pisa, Sampdoria, Empoli, Parma e le altre squadre coinvolte nel primo procedimento".
Insomma, una storia che potrebbe arricchirsi di pagine di qui a non molto e allargare a dismisura le conseguenze per il sistema calcio italiano.
Fa quindi un po’ tristezza che, invece di portare un minimo di razionalità nel polverone mediatico che si è scatenato da venerdì, si preferisca puntare su battute infelici e complottismi d’antan.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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