La lite Coinceiçao-Calabria col tecnico rossonero che bracca a fine partita il suo giocatore (peraltro capitano della squadra), rilancia il tema dell’eccessiva adrenalina di famosi allenatori i quali, superando i limiti consentiti, passano in automatico dalla parte della ragione (ammesso che ce l’abbiano) a quella del torto. Partiamo da un presupposto basilare: l’allenatore è l’uomo-chiave nella gestione di un gruppo (il discorso vale per lo sport, ma può essere esteso a ogni contesto lavorativo) e in quanto tale ha nel suo ruolo di «comando» delle responsabilità specifiche che gli impediscono (almeno, dovrebbero impedirgli) di avere reazioni violente. Ma non siamo nati ieri e sappiamo bene come, «nel chiuso dello spogliatoio», gli «scontri fisici» siano una pratica tutt’altro che rara non solo tra giocatori «compagni di squadra», ma anche tra loro e il proprio coach.
I precedenti in materia sono tanti: celebri i - diciamo così - «alterchi» tra Allegri e Bonucci; Gasperini e il Papu Gomez; Mourinho e Pellegrini (ma nella sua ultima stagione alla Roma lo Special One litigò con mezza squadra...) e andando indietro nel tempo tra Spalletti e Totti (ma pure Icardi); tra Capello e Cassano (ma pure Montella) ma l’elenco potrebbe proseguire all’infinito. Però con un importante distigue: quella appena citata è una lista che rientra nella categoria «chiarimenti privati», cioè non avvenuti platealmente sotto l’occhio indiscreto delle telecamere: insomma roba, comunque grave, ma che «ci può stare...» tanto per usare la frase-manifesto che identifica quei «rigorini» che «si possono dare...» ma che «non darli non è uno scandalo...» (così parlano gli espertoni «che si intendono di calcio...» tipo Lele Adani).
Diverso, e molto più avvilente, sono invece le scene di allenatori che - pubblicamente - strattonano (o peggio) un loro giocatore come accaduto fra Mancini e Balotelli ai tempi del City e più di recente tra Clotet (tecnico della Triestina e Krollis), anche se il top di gamma resta la scazzottata del 2012 di Delio Rossi ai danni di Ljajc con la panchina della Fiorentina trasformatasi per diversi secondi in un ring di pugilato.
Nell’antologia delle «reazioni inconsulte», posti d’onore (si fa per dire) vanno di diritto anche allo schiaffone della stagione 83-84 assestato da Tom Rosati (allenatore del Pescara) sulla faccia del povero Vittorio Cozzella, «reo» di essersi fatto espellere, nonché il fin troppo animato «scambio di idee» tra Paolo Di Canio (mister dello Swindow) che venne alle mani con Leon Clarke, attaccante dello stesso club inglese. Chiudiamo in bellezza, rimanendo in Premier con lo «scarpino volante» che nel 2013 al termine di un United-Arsenal ferì la fronte onusta di gloria e glamour del divo David Beckham.
A lanciargliela, non si sa quanto involontariamente, fu addirittura Sir Alex Ferguson. A conferma che il titolo di «Sir» (e di «Commendatore dell’Ordine dell’Impero Britannico, conferitigli dalla regina Elisabetta II) erano forse una tantino esagerati...- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.