Barça e Real, il canto d'addio dei supplementari

La Uefa vuole abolire i tempi supplementari: gli ultimi nella finale tra Barcellona e Real Madrid

Barça e Real, il canto d'addio dei supplementari
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Epica. È l'aggettivo più utilizzato dai giornali spagnoli per definire la finale della coppa del Re, vinta dal Barcellona 3 a 2 sul Real Madrid, dopo 120 minuti di gioco. Il risultato si è definito soltanto nei supplementari, a tre minuti dalla fine. Spettacolo di emozioni e di football di alta qualità, da mandare però a memoria perché l'Uefa, a partire dalla prossima Champions, abolirà i tempi supplementari, sostenendo che il numero di partite è eccessivo, meglio andare direttamente ai rigori, che nulla hanno a che fare con lo spirito di questo sport. Scomparso l'assurdo golden gol, detto con frase macabra, sudden death, morte improvvisa, dopo 150 anni si cancella il prolungamento dei 90 minuti che fu adottato, per la prima volta, in una finale della coppa d'Inghilterra, il 14 marzo del 1875; Royal Engineers e Old Etonians finirono 1 a 1, supplementari e vittoria degli ingegneri. In verità, tre anni prima, 5 marzo del 1872, la sfida tra Wanderers e Queen's Park, si concluse in pareggio.

I Wanderers proposero un tempo supplementare, gli scozzesi si rifiutarono, preferendo la ripetizione della partita ma, con la scusa dei costi di una nuova trasferta londinese, non si presentarono. Resta memorabile la frase di Nando Martellini nella prima finale del campionato europeo 1968 tra Italia e Jugoslavia, finita 1 a 1: «Le squadre giocheranno due quarti d'ora di 15 minuti l'uno».

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