Il capitolo Superlega sembra essere definitivamente archiviato, quantomeno secondo due ex giudici Ue che hanno sostenuto come la Corte darà ragione all'Uefa in questa querelle con i 12 club dissidenti diventati poi solo 3 con Real Madrid, Barcellona e Juventus. Florentino Perez, però, non demorde e come lui anche l'ormai ex presidente del club bianconero Andrea Agnelli che in un'interivsta al quotidiano olandese "de Telegraaf" ha spiegato l'importanza di far nascere questa famosa Superlega di calcio."Il monopolio dell'Uefa deve essere spezzato - l'affondo dell'ex presidente della Juventus - per dare ai club un futuro finanziariamente stabile. Un futuro in cui i club non cadano nel caso non si qualificano una volta per le competizioni europee".
Agnelli ha poi spiegato come l'idea della Superlega sia necessaria per tutti i club per non restare vincolati al fatto di qualificarsi o meno alle coppe europee passando attraverso i campionati nazionali: "Questo è un problema per qualsiasi club. Con una tale incertezza, non è possibile come club prendere decisioni a lungo termine sostenibili e sane. Ecco perché sono favorevole a un sistema di campionati nel calcio europeo di vertice, con maggiori opportunità finanziarie e sportive per ogni club".
Il retroscena
Agnelli svela un retroscena risalente al 2019, prima dell'avvento della pandemia da coronavirus che ha messo in ginocchio anche il mondo del calcio: "Nel 2019 eravamo pronti, Ceferin ed io. I top club di tutte le sottodivisioni dell’ECA si erano accordati su un nuovo formato. I club di medie dimensioni delle grandi leghe, i dirigenti delle grandi leghe e alcune associazioni nazionali vedevano il nuovo formato come una minaccia e quindi Ceferin si è ritirato. I club erano a favore di un sistema del calcio europeo rinnovato e migliorato. Quando la Uefa ha deciso di bloccare il progetto, sono nati progetti esterni alla Uefa per organizzare un nuovo campionato con tutti i club dell’ECA. La possibilità che il progetto prenda il via dipenderà dalla Corte di giustizia europea".
La sua visione sul calcio europeo
Per l'ex numero uno del club di corso Galileo Ferraris nel calcio europeo ci sono alcune cose che non funzionano e il principale problema è legato agli introiti, con la Serie A che è molto indietro rispetto agli altri campionati:"In molte competizioni, nazionali e internazionali, i vincitori sono noti in anticipo. Principalmente a causa degli introiti che i club ottengono dal mercato nazionale. L’Inghilterra è al primo posto in questo senso e si può vedere come la Premier League sia rappresentata in maniera generosa nelle fasi finali dei tornei di coppe europee. La Spagna è subito dietro insieme ad alcuni club come il Psg e il Bayern Monaco. Come appassionato di calcio, sostengo fortemente una competizione internazionale di questo tipo. Al contrario delle federazioni internazionali. Non hanno alcun riguardo per i problemi dei club".
Agnelli ne è assolutamente convinto, bisogna arrivare a spezzare il monopolio dell'Uefa: "Solo l'Uefa ha il monopolio e frena tutto - insiste -. Finché la Corte europea lo permetterà. La sentenza è attesa per la primavera. Sono molto curioso di sapere se la Corte confermerà la posizione monopolistica delle associazioni Uefa in un mercato europeo libero.
Se così fosse, la Corte non considererà l’industria del calcio, con un fatturato annuo di circa 50 miliardi di euro e 700.000 posti di lavoro coinvolti, come un’attività economica, ma come un piccolo gioco, un’attività basata su volontari che giocano una partita di calcio in part-time".
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