Calcio femminile, le donne dicono no ai soldi Sauditi

Sono 106 le calciatrici professioniste di 24 Paesi che hanno inviato una lettera al presidente Infantino per protestare contro l’accordo di sponsorizzazione con la compagnia petrolifera saudita Aramco. Sono soldi che finanziano un "regime autocratico che viola in maniera sistematica i diritti delle donne"

Calcio femminile, le donne dicono no ai soldi Sauditi
00:00 00:00

Toh, ora si scopre che l’Arabia Saudita è un «regime autocratico che viola i diritti delle donne». Alla buon'ora. Meglio tardi che mai. Ma il processo pare ormai irreversibile: gli sceicchi - campioni olimpionici nel «lancio di petrodollari» - hanno infatti da tempo messo le mani su fette significative del calcio mondiale, senza disdegnare neppure il tennis (vedi l’ultimo torneo «monstre» vinto da Sinner) e il basket. Ma torniamo al calcio: la scalata a quello maschile - grazie soprattutto al sostegno politico (quantomai interessato) di Gianni Infantino, presidente Fifa - è sotto gli occhi di tutti; quello femminile è invece ancora in itinere.

Sarà per questo che le donne sono in allarme. Fatto sta che 106 calciatrici professioniste di 24 Paesi hanno inviato una lettera al presidente Infantino, protestando contro l’accordo di sponsorizzazione con la compagnia petrolifera saudita Aramco, soldi che, secondo le firmatarie, andrebbero a finanziare un «regime autocratico che viola in maniera sistematica i diritti delle donne e criminalizza la comunità Lgtbqi+».
E così a pochi giorni dalla conclusione del Six Kings Slam (il discusso evento che ha portato sei star del tennis mondiale a contendersi sei milioni di euro in un torneo d’esibizione tra le dune del deserto), l’Arabia Saudita torna sul banco degli imputati nel «Gran Tribunale dello Sport globale», trascinando con sé la Fifa alle prese con l’ennesima grana.

L’indiscrezione è stata lanciata dal quotidiano spagnolo El Pais, dando conto di come la missiva si proponga l’obiettivo di rompere l’accordo con la compagnia petrolifera saudita Aramco che punta a divenire uno dei principali partner internazionali della Fifa forte di un accordo firmato ad aprile scorso e valido fino a fine 2027. Nel contratto di sponsorizzazione rientrano anche Adidas, Qatar Airways, Hyundai e Coca-Cola. Tra le promotrici dell’iniziativa «anti Araba» c’è anche l’attaccante spagnola Maitane Lopez e la capitana della nazionale canadese, Jessie Fleming, che denunciano: «Le autorità saudite hanno speso migliaia di milioni in patrocini sportivi per tentare di sviare l'attenzione dalla brutale reputazione del regime in materia di diritti umani, ma il trattamento delle donne parla da solo». Oltre alle questioni sulla parità di genere e diritti umani, secondo le firmatarie, l’Aramco avrebbe anche «una responsabilità evidente nella crisi climatica» (beh, qui a dire il vero la "crisi climatica" sembra un attimino fuori tema...ndr).

Alla luce di tutto ciò, concludono le 106 calciatrici, «l’Aramco non ha diritto di sponsorizzare il nostro bello sport». Dai signori del petrolio, finora, nessuna replica. Ma vanno capiti... Per chi è abituato all’harem, riconoscere alle donne il ruolo di interlocutrici rappresenta un’impresa quasi impossibile.

Commenti
Disclaimer
I commenti saranno accettati:
  • dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
  • sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.
Accedi
ilGiornale.it Logo Ricarica