Il pubblico sobbolle, distraendosi rapidamente da quello che sta succedendo in campo. Qualcuno grida, altri sbracciano implorando soccorso. Sono scene convulse. Momenti concitati. Spalmate sul rettangolo verde, le squadre di calcio femminile del Benfica e dello Sporting Lisbona si stanno dando battaglia. Fuori è sabato 21 gennaio e il minuto di gioco è il 43esimo. Uno spettatore ha accusato un malore: si accascia sugli spalti, in evidente stato confusionale.
Un quadro sufficientemente preoccupante per decidere di interrompere il match. I membri del personale sanitario di servizio allo stadio accorrono prontamente, scalando i gradoni che li dividono dallo sfortunato tifoso. Non sono i soli però. Dal terreno di gioco, di comune accordo, partono anche i team medici di entrambe le squadre. Insieme, si accertano delle condizioni di salute dell’uomo e lo mettono in sicurezza, prima di tornare verso le rispettive panchine.
Non è certo una di quelle scene che ti si propongono davanti tutti i giorni. Anzi, è decisamente roba da far sgranare le pupille. Due team attraversati da una rivalità invandescente – a Lisbona il derby è sentito come raramente capita altrove – che chiudono in un cassetto ogni rigurgito di campanilismo e lavorano uniti, per salvare una vita. Un fatto senz’altro singolare. Eccezionale per casualità e svolgimento.
È quello che, in fondo, deve aver pensato anche la direttrice di gara, Catarina Campos. Contempla le due squadre di medici e infermieri che tornano verso il campo, sospinte da una dirompente grandinata di applausi. Quando arrivano a portata di braccio, lei sfodera un largo sorriso ed estrae un cartellino all’indirizzo di tutti quanti. I sanitari dapprima la osservano trasecolati. Non capiscono come sia possibile essere sanzionati per un gesto del genere. Poi scrutano meglio il colore del cartellino e realizzano: non è né giallo né rosso, ma candido. Bianco.
La trovata della Campos vuole essere, dunque, una nota di merito indirizzata alle due equipe mediche per il monumentale gesto di fairplay di cui si sono rese protagoniste. Un evento di cui non si ricordano precedenti nei campionati di calcio professionistici e quindi, anche per questo, ancora più meritevole di un riconoscimento inedito.
Perché sulla rivalità si può anche soprassedere quando si tratta di tutelare un valore più alto: una lezione per nulla scontata e forse resa ancora più scintillante dalla genuinità della decisione, assunta senza indugio. Nel delirante groviglio del calcio moderno, che troppo spesso catalizza violenze e scorrettezze, una lama di luce che meritava di essere degnamente amplificata.
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