Bufera su Marciniak, la Uefa lo "perdona": arbitrerà Manchester City-Inter

Il fischietto polacco si è difeso dalle accuse per aver partecipato a un evento organizzato dal leader dell'estrema destra polacca Mentzen. La Uefa ha accettato le sue scuse

Bufera su Marciniak, la Uefa lo "perdona": arbitrerà Manchester City-Inter
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La UEFA ha confermato Szymon Marciniak come arbitro della finale di Champions League di sabato 10 giugno tra Manchester City e Inter. Da Nyon fanno sapere che sono state accolte le scuse e i chiarimenti dell'arbitro polacco in merito alla sua partecipazione ad un meeting organizzato, Slavonimir Mentzen, leader del partito di estrema destra polacca Konfederacja. È stata l'associazione antirazzista di Varsavia "Never again" a denunciare il fatto che altrimenti con ogni probabilità, sarebbe passato inosservato.

La ricostruzione

Szymon Marciniak, 42 anni, polacco, numero uno degli arbitri mondiali, fischietto della finale Argentina-Francia in Qatar, e designato per la finale di Champions City-Inter, ha partecipato a un evento di Mentzen a Katowice: all’inizio si parlava di una festa della birra (di cui Mentzen è produttore), poi di un meeting aziendale chiamato "Everest", ma la storia non cambia. Un grave danno di immagine per il fischietto polacco visto che il manifesto politico di Mentzen non ammette equivoci: "Noi non vogliamo ebrei, omosessuali, aborto, tasse e Unione Europea". E anche: "Sul tema tasse abbiamo tutti un sincero afflato di solidarietà, per il resto mancano i forni crematori, ma c’è sempre tempo".

Il chiarimento

In un primo tempo sembrava che la Uefa avesse già pronto il comunicato di addio al punto che già ventilavano i nomi di possibili sostituti. Da Nyon hanno spiegato di essere in attesa di chiarimenti urgenti da Marciniak, poi puntualmente arrivati. Il fischietto polacco ha espresso le sue più sentite scuse fornendo spiegando nel merito il suo coinvolgimento nell'evento. Ma soprattutto precisando l'integrità dei valori che hanno contrassegnato da sempre la sua vita privata e professionale.

"Spero che questa dichiarazione raggiunga tutti gli interessati, in particolare le persone giustamente allarmate e deluse dalla mia partecipazione all'evento "Everest" organizzato a Katowice il 29 maggio 2023. Desidero esprimere le mie più sentite scuse per il mio coinvolgimento e qualsiasi disagio o danno che possa aver causato".

"Dopo la riflessione e ulteriori indagini, è diventato evidente che sono stato gravemente fuorviato e completamente all'oscuro della vera natura e affiliazioni dell'evento in questione. Non sapevo che fosse associato a un movimento di estrema destra polacco. Se fossi stato a conoscenza di questo fatto, avrei rifiutato categoricamente l'invito. È importante capire che i valori promossi da questo movimento sono del tutto contrari alle mie convinzioni personali e ai principi che mi sforzo di sostenere nella mia vita. Provo profondo rimorso per qualsiasi percezione che la mia partecipazione possa averli contraddetti".

"In qualità di professionista profondamente impegnato nel gioco del calcio, voglio sottolineare il mio incrollabile sostegno ai valori sostenuti dalla UEFA, in particolare l'inclusività e il rispetto per tutti gli individui indipendentemente dal loro background. Questi principi sono al centro dello spirito del calcio e si allineano perfettamente con le mie convinzioni personali. Inoltre, condanno con tutto il cuore qualsiasi forma di odio, discriminazione o intolleranza, in quanto non hanno posto nello sport o nella società nel suo insieme".

"Voglio anche sottolineare il mio impegno nella lotta alla

discriminazione nel calcio. Sono stato tra i primi arbitri al mondo, e certamente il primo nel mio paese, ad applicare la "procedura in tre fasi" in risposta a un grave incidente discriminatorio durante una partita in Polonia".

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