Come sta Antonio Conte? "Mi chiama 4 volte al giorno", racconta il suo vice

Anche se è in Italia per recuperare dalla recente operazione alla cistifellea, l'ex tecnico di Inter e Juve tiene il fiato sul collo al suo vice Stellini, alla vigilia dell'incrocio di Premier con il Chelsea. Un nervosismo giustificato dalle voci di un possibile addio?

Come sta Antonio Conte? "Mi chiama 4 volte al giorno", racconta il suo vice

Sebbene abbia una folta rosa di critici, nessuno può accusare Antonio Conte di non prendere il proprio lavoro sul serio. Nonostante i risultati alla guida del Tottenham non siano certo quelli che la società londinese si aspettava, la sua dedizione agli Spurs è totale. Nonostante sia ancora in Italia per recuperare dopo l’operazione alla cistifellea dello scorso mese, l’ex tecnico di Inter e Juventus non riesce proprio a staccare la spina e riposarsi. A confermarlo le dichiarazioni del suo secondo Cristian Stellini, che guiderà la squadra nel difficile incrocio di Premier League di domenica pomeriggio contro il Chelsea. Durante la conferenza stampa ha ribadito che Conte è in contatto costante con il suo staff, tanto da tempestarli di chiamate ad ogni ora. Evidentemente anche lui è ben conscio che il suo futuro nel nord di Londra dipenderà in buona parte dai risultati delle partite in questo momento cruciale della stagione.

Una convalescenza imprevista

Il passaggio di mano alla guida del Tottenham era avvenuto dieci giorni fa, subito dopo la sconfitta a San Siro nell’andata degli ottavi di Champions League contro il Milan. A quanto pare il tecnico salentino aveva provato ad ignorare i sintomi dell’infiammazione alla cistifellea troppo a lungo, visto il momento critico degli Spurs, ma l’azzardo non ha pagato. In accordo con la società e lo staff medico, ha preferito rimanere con la famiglia in Italia per recuperare al meglio prima di tornare a guidare il Tottenham. Il rientro era previsto per questo fine settimana ma la situazione clinica si è rivelata più complicata del previsto. Il vice Stellini ammette che nessuno sa bene quando tornerà: “L'intervento chirurgico non è stato facile. È stato un intervento chirurgico d'urgenza. L'infiammazione era grande e forse abbiamo sottovalutato questa situazione. Ha bisogno di tempo per essere al 100 per cento e Antonio non al 100 per cento non è Antonio".

Tutto bene in teoria, peccato che Conte non riesca proprio a stare lontano dai suoi impegni. Lo stesso vice, che sta guidando la squadra dallo scorso 15 febbraio, non se la sta cavando per niente male, riuscendo a superare con un convincente 2-0 il West Ham nell’ultima giornata di campionato. Forse anche per questo l’ex tecnico dell’Inter gli tiene il fiato sul collo. Stellini ammette che “è molto vicino a tutti noi, alla squadra, al club a me. Io posso sentire perfettamente la sua energia".

ùUna frase sibillina che potrebbe anche essere innocua, se non fosse stata seguita da una dichiarazione un attimo più preoccupante, sintomo di un attaccamento quasi morboso alla panchina. “Mi chiama 3-4 volte al giorno, anche la sera. Parliamo molto e se teniamo conto che oramai Antonio è stato operato tre settimane fa, ciò che sorprende è semplicemente una cosa: è completamente coinvolto nella quotidianità della squadra. Si mette a guardare a distanza l'allenamento e l'energia è sempre quella, coinvolto in ogni situazione e in ogni decisione”.

Un nervosismo giustificato?

Nonostante la società faccia buon viso a cattivo gioco, il prolungarsi della degenza prevista dopo l’operazione non è certo una buona notizia e potrebbe complicare un rapporto col club e con la tifoseria che ha visto giorni migliori. Lo stesso Conte se ne era rammaricato qualche giorno fa, quando ha ammesso di aver giocato con la sua salute. “Purtroppo ho sottovalutato il tutto ma non è un'operazione di routine, meglio un'improvvisa e grave emergenza. Il mio corpo ha sofferto la mia impazienza, e ora sono costretto a fermarmi fino al mio completo recupero”.

A causare qualche sospetto il fatto di aver dovuto ricordare a tutti quanto ci tenga alla squadra e quanto non sia contento di doverle rimanere lontano. “Chi mi conosce, capisce quanto questo sia un peso per me, ma è necessario”, una frase che sembra superflua e che forse tradisce un certo nervosismo. Nonostante un curriculum di tutto rispetto, non tutto va per il meglio a Londra, tanto da aver alimentato voci di un possibile addio di Conte a fine stagione.

Paradossalmente a rendere ancora più nervoso il tecnico potrebbe essere il fatto che il suo vice stia andando alla grande. A sentire chi segue gli Spurs con regolarità, l’approccio di Stellini è stato ben ricevuto dallo spogliatoio, effetti positivi che si sono visti in campo con il West Ham. Il vice sembra poi ben lieto di poter finalmente avere mano libera con la rosa: “Mi piace molto essere un allenatore in prima battuta, perché quando assumi un ruolo devi sempre fare del tuo meglio. A volte rifletto di essere l'allenatore e per me è un sogno. Ma so di essere prima di tutto un assistente e questa è la realtà e so di essere bravo in questo lavoro, che continuerò a svolgere”.

Conte

Il dubbio di molti è che le costanti chiamate di Conte, il suo voler essere presente anche se si trova ad oltre mille chilometri di distanza, siano più un segnale di debolezza che di forza.

Specialmente se gli Spurs riusciranno a rimanere attaccati al treno della Champions, facendo fuori il Chelsea spendaccione, magari qualcuno a White Hart Lane inizierà a chiedersi se Conte valga davvero tutti i grattacapi che procura. Al campo, ovviamente, fornire le uniche risposte che contano.

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