Considerato il peso che i diritti televisivi hanno nel sistema calcio, l’ultima cosa che ci si sarebbe aspettati è che il presidente della squadra campione d’Italia dichiarasse guerra al detentore dei diritti della Serie A fino al 2029. La rottura arriva dopo uno stillicidio continuo di indiscrezioni che parlavano di rapporti estremamente tesi tra la compagnia di streaming inglese e la società partenopea. Nessuno certo si aspettava che Aurelio De Laurentiis irrompesse in conferenza stampa e mettesse nero su bianco l’intenzione di non rilasciare più dichiarazioni al detentore dei diritti tv. Le sue parole dopo la fondamentale vittoria contro la Juventus lasciano zero spazio alle interpretazioni: “Abbiamo chiuso con Dazn! D'ora in poi parleremo solo con Sky e la Rai”. Una lite molto pubblica che potrebbe avere conseguenze pesanti sui bilanci della società campana e rompere i delicati equilibri all’interno del sistema calcio.
Cosa è successo
Che qualcosa non andasse per il verso giusto si era capito già prima del fischio d’inizio allo Stadio Maradona, visto che nessun tesserato del Napoli si era presentato davanti alle telecamere per le tradizionali interviste pre-partita, la cui partecipazione è specificamente prevista nell’accordo di cessione dei diritti televisivi firmato dalla Lega Calcio. Le telecamere, invece, avevano colto una vera e propria lite tra De Laurentiis e un operatore di Dazn prima dell’inizio della partita. La pietra dello scandalo, a quanto pare, sarebbe stata la presenza delle telecamere all’interno degli spogliatoi all’arrivo dei giocatori, un’innovazione dal punto di vista della copertura televisiva che il numero uno del Napoli ha sempre visto come il fumo negli occhi. Le parole colte dai microfoni lasciano poco spazio a dubbi sullo stato d’animo del presidente: “Dazn non ha il diritto di fare nulla. Quindi andatevene a fare in c**o pure voi. Via! Fuori dai cog***ni! L'arrivo non lo devono fare! Non lo devono fare! Ca**o!”. Invece di essere presenti solo nel tunnel prima dell’ingresso in campo, le telecamere avrebbero anche accesso all’interno degli spogliatoi, nonostante il club campano abbia più volte fatto sapere di non gradire affatto questa pratica.
La rottura arriva dopo una serie di screzi che avevano deteriorato ulteriormente i rapporti tra il Napoli e Dazn, a partire dalle dichiarazioni rilasciate da De Laurentiis durante il Business of Football Summit promosso dal quotidiano britannico Financial Times. Dopo aver speso miliardi per assicurarsi i diritti da qui al 2029, la società londinese non avrà certo gradito sentir dire che l’unico modo per far recuperare popolarità al calcio è di renderlo “gratis per tutti. Se vuoi recuperare pubblico devi andare in diretta tv gratis”. La risposta di Dazn era arrivata in maniera obliqua, attraverso la scelta dell’orario di una delle partite chiave per il resto della stagione dei campioni d’Italia. Napoli-Atalanta si giocherà infatti alle 12.30 del prossimo 30 marzo, il sabato prima di Pasqua. Avere uno scontro diretto per la corsa alla Champions in un orario molto scomodo sia per i calciatori che per il pubblico napoletano è sembrata una scelta singolare, con potenziali ripercussioni finanziarie al botteghino. A quanto pare, una scelta sufficiente per far perdere la pazienza ad AdL ed arrivare alla rottura.
Il Napoli rischia grosso
Per quanto il servizio di Dazn abbia causato infinite polemiche e proteste da quando la società britannica è sbarcata in Italia, questa presa di posizione va ben oltre l’antipatia del presidente partenopeo, che da sempre si è schierato contro la scelta di assegnare i diritti televisivi della Serie A a questa emittente. Il problema è che se questo blackout fosse applicato andrebbe in violazione al regolamento della Lega Serie A in quanto alle produzioni audiovisive. Una cosa è fare la guerra a Dazn e provare a convincere le altre squadre a scegliere altri partner, un’altra è fregarsene dei regolamenti in vigore. Non far partecipare tesserati agli eventi organizzati dall’azienda che detiene i diritti di trasmissione delle partite del massimo campionato italiano violerebbe apertamente il Regolamento Produzioni Audiovisive valido fino al termine di questa stagione. Le società sono specificamente obbligate a mettere a disposizione del rights-holder almeno un tesserato nel pre-partita, alla fine del primo tempo e nel post-partita, all’interno delle cosiddette flash interviews sul campo di gioco e in una zona riservata a Dazn all’interno dello stadio.
L’articolo 9 del regolamento è molto chiaro a proposito: “In caso di mancato adempimento da parte di una Società Sportiva agli impegni di cui sopra, Lega Serie A si riserva il diritto di adottare le seguenti misure sanzionatorie: dopo due mancate interviste, anche non consecutive, un richiamo ufficiale; dalla terza mancata intervista, anche non consecutiva, sanzione fissa per € 10.000; dalla quarta mancata Intervista, a seguire e anche non consecutiva, una sanzione raddoppiata per ogni successiva ed eventuale mancata intervista”.
Considerato che ognuna delle tre finestre all’interno di una singola partita contano come una intervista, il conto potrebbe salire a livelli astronomici nel giro di pochissime giornate. I diecimila euro per la prima partita diventerebbero infatti 140.000 alla seconda, un milione alla terza partita fino a raggiungere cifre pazzesche da qui fino alla fine del campionato.
Considerata l’estrema attenzione di De Laurentiis alla sostenibilità economica del Napoli, difficile immaginare che non si finirà in tribunale, gettando ulteriormente nel caos una Serie A già scossa da fin troppe polemiche.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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