De Laurentiis a Report: "Agnelli? Mi è servito contro i fondi"

La dichiarazione del presidente partenopeo sulla cessione dei diritti della Serie A ai fondi stranieri è solo uno dei passaggi controversi della trasmissione di Raitre che hanno rinfocolato le polemiche sulla scorsa gestione della Juventus

De Laurentiis a Report: "Agnelli? Mi è servito contro i fondi"

Non c’è davvero pace per i tifosi della Juventus. Come se i risultati della squadra di Allegri non fossero abbastanza deprimenti, ecco l’inchiesta di Report a rinfocolare le polemiche sulla passata gestione societaria. Proprio alla vigilia della presentazione del nuovo cda e a pochi giorni dalla decisione della Corte Federale d’Appello sulla riapertura del processo plusvalenze, a fare notizia è la dichiarazione del presidente del Napoli Aurelio De Laurentiis, che ha ammesso di aver "usato" Andrea Agnelli per impedire l’ingresso dei fondi d’investimento nella Serie A. Nel furore scatenato sui social questo passaggio rischiava di passare inosservato ma è comunque un retroscena interessante su una fase ancora poco chiara della gestione del calcio italiano.

L'assalto dei fondi stranieri

Il presidente partenopeo, intervistato nel corso della puntata che la storica trasmissione di Raitre ha dedicato alla Vecchia Signora, ritorna sulle discussioni interne alla Lega Calcio di fronte all’offerta di tre fondi stranieri per acquisire per parecchi anni i diritti televisivi della Serie A in cambio di una somma molto ingente di denaro. Nonostante tra le due società non corra certo buon sangue, De Laurentiis avrebbe scelto di appoggiarsi ad Agnelli per respingere l’assalto alla diligenza dei fondi: “Ho usato il signor Agnelli perché mi serviva - ha detto - che lui andasse contro i fondi, che erano un'altra sciocchezza, Tutti i morti di fame della Lega, per un tozzo di pane, stavano vendendo i prossimi sette, otto anni ad un fondo. Ho usato Agnelli perché chiaramente se entrava un fondo non gli sarebbe stato permesso di fare la Superlega, per questo lui si è scagliato contro i fondi”.

La società partenopea, vista la gestione oculata e senza troppi debiti degli ultimi anni, più volte condannata da certe fasce del tifo e dai media, ha messo il Napoli in una posizione ideale per rifiutare il patto faustiano proposto dai fondi d’investimento. Visto che non aveva bisogno di liquidità immediata, De Laurentiis si schierò immediatamente contro la cosiddetta operazione Project Goal. In cambio di 1,7 miliardi di euro, i fondi Cvc, Advent e Fsi avrebbero acquisito il 10% di una media company che avrebbe gestito i diritti televisivi della Serie A per un numero consistente di anni. La proposta fallì grazie proprio all’opposizione di Napoli e Juventus, per poi essere riproposta in Spagna, dove il dissesto finanziario dovuto alla crisi e alla pandemia ha costretto molte società ad accettare i soldi per evitare il fallimento. Dopo l’implosione del progetto Superlega, anche superpotenze come il Barcellona sono state costrette a vendere i gioielli di famiglia per reggere il passo con un calcio sempre meno sostenibile, con risultati finora discutibili.

Cristiano Ronaldo Juventus-Genoa 2020-2021

Carta Ronaldo? CR7 non l'ha firmata

A parte il retroscena di De Laurentiis, sono stati altri passaggi dell’inchiesta “Il bianco e il nero” a causare le reazioni più violente, specialmente alcuni passaggi scottanti relativi alla famosa “carta Ronaldo”, la scrittura privata tra la società bianconera e la superstar portoghese per il posticipo del pagamento di 19 milioni di euro. Se l’accordo segreto è noto da parecchio tempo, un testimone che ha preferito rimanere in incognito ha fornito una novità decisamente interessante. Questo personaggio “molto vicino al giocatore” ha confermato che CR7 non avrebbe firmato la carta: “C'è solo la firma della Juve (…). Diciamo che è stato ben consigliato”. Il quadro a tinte fosche delle plusvalenze fittizie messe in atto dalla dirigenza per mantenere sopra la linea di galleggiamento i conti già ampiamente dissestati nel 2020 sarebbe diventato la normalità di un sistema insostenibile. Altre rivelazioni potrebbero essere contenute nel fantomatico “libro nero FP”, fascicolo dove sarebbero contenute le operazioni condotte dal ds Fabio Paratici negli oltre dieci anni passati alla guida del mercato bianconero. L’attuale dirigente del Tottenham, raggiunto al telefono da Report, non è andato oltre ad una difesa d’ufficio: "Mi dà fastidio parlarne. Io responsabile del sistema? Ognuno ha la sua visione, per ora è unilaterale".

Fabio Paratici

La Juve: "Informazione parziale e imprecisa"

Dopo la secca smentita comunicata in coda all’inchiesta, nella quale la Juve “respinge le ipotesi accusatorie e rivendica la correttezza del proprio operato”, la società ha reso pubblica la risposta inviata alla redazione della trasmissione di Raitre, preferendo concentrarsi sul fatto che “in questa fase, sono a disposizione dei media solamente documenti parziali e strumentali alle tesi di accusa, peraltro già rigettate dal Giudice per le indagini preliminari, chiamato ad esprimersi su alcune misure richieste dalla Procura della Repubblica”. A sentire i responsabili della comunicazione bianconera, solo le “sedi competenti” potranno fornire una “completa analisi di tutta la documentazione”. Fino ad allora il rischio è di “fornire una informazione parziale e imprecisa". La lettera, pubblicata dall’account Twitter della Juventus, fornisce qualche dettaglio in più delle poche parole citate dal conduttore di Report in coda alla trasmissione.

Il sospetto, nemmeno troppo celato, è che trasmettere l’inchiesta quattro giorni prima dell’udienza delle sezioni unite della Corte Federale d’Appello sulla revocazione del proscioglimento per le plusvalenze non sia stato un caso. Il tono della risposta è piuttosto gelido, come il rimando ai vari comunicati stampa pubblicati a partire dal 25 ottobre del 2022 sul sito ufficiale della Juventus. Al momento non si hanno altre reazioni al furore scatenato da un’inchiesta che, sicuramente, non farà che rinfocolare le polemiche su una vicenda che rischia di complicare la difficile rifondazione della Vecchia Signora.

C’è anche il calcio giocato, a partire dall’incrocio di

giovedì in Coppa Italia contro il Monza di Galliani e Berlusconi, ma in questi giorni sembra quasi la cosa meno importante. Piaccia o non piaccia, questo è lo stato delle cose nell’anno del Signore 2023.

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