Berlino non ha mai avuto un grande derby calcistico. Circostanza strana per la capitale tedesca. Tutte le grandi città europee vivono il calcio all'insegna del dualismo tra due o più storici rivali. Basti pensare ai derby di Roma, di Madrid e ai tanti confronti interni alla Greater London. E questo solo per rimanere nell'ambito delle capitali del Vecchio Continente. C'è però anche da sottolineare la peculiarità storica di Berlino: la città è stata fino al 1989 divisa da un muro che per anni ha marcato il confine tra due blocchi politici ed economici. Da un lato l'occidente, dall'altro il mondo comunista.
In poche parole, la storia di Berlino come città riunificata è molto recente. E allo stesso modo di come la società berlinese è ancora alla ricerca di una sua chiara identità, anche il mondo del pallone locale deve ancora trovare la sua strada. Con l'unificazione della Germania, la metropoli sembra destinata a dover essere rappresentata in modo unitario dalla sola squadra di Berlino Ovest competitiva in Bundesliga. Ossia i biancazzurri dell'Herta. Il tutto favorito dal progressivo scivolamento nelle leghe minori delle squadre di Berlino Est. Il club però non riesce a scalfire il predominio del Bayer Monaco e nemmeno ad avvicinarsi ai trionfi del Borussia Dortmund.
E oggi la storia si sta lentamente riscrivendo. Anche a Berlino sta nascendo un derby. Da diversi anni oramai non c'è più soltanto l'Herta a rappresentare la capitale nella massima serie. I biancazzurri devono condividere il posto con i biancorossi dell'Union Berlin, formazione promossa nel 2019 e un tempo partecipante al campionato della Germania Est.
In questo sabato l'appuntamento con il derby si rinnoverà nuovamente. La sfida avrà un sapore molto particolare. Sarà un vero e proprio testacoda: l'Union è clamorosamente secondo in classifica, l'Herta invece è mestamente penultimo.
Un “derby giovane” per una città in cerca di identità
La prima volta di una sfida tra Herta e Union, risale al gennaio 1990. Si tratta di un'amichevole per celebrare la ritrovata unità della città dopo la caduta del muro. Per trovare un confronto vero e proprio, occorre aspettare il 17 settembre 2010. L'Union è in fase ascendente, partecipando per la seconda volta al corrispondente campionato della Serie B tedesca. L'Herta invece è appena retrocesso dalla Bundesliga. Va quindi in scena il primo vero derby. Ma si tratta di una sfida secondaria, non certo di una partita di vertice. Eppure, i “piccoli” dell'Union fermano i favoritissimi biancazzurri con un pareggio. Al ritorno poi, accade qualcosa di ancora più strano: con l'Herta lanciato verso la promozione, i cugini minori infliggono una sconfitta per 2-1 sul terreno dell'Olympiastadion. È il primo segnale forse della nascita di una rivalità tutta interna a Berlino.
E così si arriva poi al 2 novembre 2019: quel giorno per la prima volta il derby vale tre punti nel massimo campionato. Si gioca allo Stadio An der Alten Försterei, casa e fortino dell'Union. Sono i biancorossi a imporsi per una rete a zero. Soltanto al ritorno i cugini maggiori riescono a riprendersi lo scettro del primato cittadino, vincendo con un sonoro poker casalingo.
L'Union nelle ultime stagioni riesce non solo a salvarsi ma a giocarsi anche l'Europa. Di contro, l'Herta deve costantemente aspettare le ultime giornate di campionato per mantenere la categoria. Si giocano quindi altri derby e la sfida inizia ad attirare le attenzioni non solo del pubblico berlinese, ma anche di quello tedesco e internazionale. Si può forse affermare che, dalle parti di Berlino, è nato il derby più giovane d'Europa. Circostanza importante per una metropoli alla perenne ricerca di identità, tanto a livello culturale e identitario, quanto a livello calcistico.
Due diverse visioni di città
Non si tratta però di un derby come gli altri. A Roma e a Madrid, le due squadre principali hanno sì i propri quartieri “feudo” ma, al tempo stesso, sono grossomodo rappresentative dell'intera città in cui ha luogo il confronto. Herta e Union sono due filosofie del tutto diverse. La prima per anni vive con l'etichetta di unica rappresentante di Berlino. Lo dimostra il fatto che gioca le sue partite interne all'Olympiastadion, un vero e proprio simbolo della città e del calcio tedesco. L'Union invece è profondamente radicata in uno specifico quartiere. È quello di Kopenick, nella zona orientale di Berlino e per questo compreso, negli anni del muro, all'interno della Germania Est.
I biancorossi arrivano qui nel 1920, anno in cui le riforme amministrative creano la “grande Berlino” e includono Kopenick nel perimetro della capitale. Un comune a parte che diventa distretto di una metropoli inizia a identificarsi con la sua squadra di calcio. E anche con il suo stadio: l'An der Alten Försterei viene costruito sempre nel 1920 alle porte di un grande bosco che circonda Kopenick. Il suo nome è emblematico: in tedesco vuol dire “vecchia casa del guardaboschi”.
Negli anni della Germania Est, l'Union è costantemente in prima divisione ma non riesce a vincere il titolo. È infatti surclassato dalla Dynamo Berlino, squadra molto vicina alla Stasi, il potente servizio segreto della Ddr. L'unico trofeo nel palmares riguarda una coppa della Germania Est vinta nel 1968. Il quartiere però non manca mai di far sentire il proprio tifo per l'Union, contribuendo più di una volta a mandare avanti la società grazie a donazioni e sponsorizzazioni.
Quartiere, stadio e squadra diventano un'unica cosa. Anche da queste parti ci si sente berlinesi, ma quando si va a vedere l'Union Berlin l'unico vero grande pensiero è quello di tenere alto il nome di Kopenick. Nel 2008, con la squadra alle soglie del ciclo che la porterà nel calcio che conta, si decide di rimettere mano alla vecchia casa del guardaboschi. Vengono raccolti, grazie a migliaia di donazioni, i fondi necessari per ristrutturare lo stadio e centinaia di abitanti del quartiere prestano lavoro volontario per ultimare i lavori. L'Union quindi, per questo motivo, prima di essere una squadra di Berlino è e sarà sempre la quadra di Kopenick. Con una forte identificazione con la sua comunità.
Una rivalità nata sulla scia di una lunga amicizia
Visto il percorso storico e calcistico così diverso, viene automatico chiedersi se per davvero tra Herta e Union esiste una certa rivalità. C'è una battuta che circola spesso negli ambienti biancazzurri, secondo cui Kopenick è più Polonia che Berlino. Andare lì cioè, è come andare in un'altra città e in un altro Stato. Tuttavia, i risultati dell'Union stanno rischiando di ridimensionare lo storico primato dell'Herta. Cosa che i tifosi biancazzurri certamente non gradiscono.
Dall'altro lato, per i tifosi di Kopenick primeggiare su chi gioca all'Olympiastadion è motivo di vanto e di riconoscibilità al di fuori di Berlino. Per cui, vincere i derby diventa ugualmente importante. La rivalità sta quindi nascendo gradualmente da entrambe le parti. Chi per un motivo, chi per un altro. Il clamore dell'Union degli ultimi anni porta la squadra ad avere tifosi anche in Italia. Nella loro pagina Facebook, campeggia una frase emblematica: “Come nel calcio balilla, a Berlino c'è la squadra blu (Hertha) e quella rossa. Noi tifiamo Kopenick”.
Una rivalità giovane, ma anche peculiare rispetto ad altre del Vecchio Continente. Perché nasce, in fondo, da un forte sentimento di amicizia. Quando la Germania è ancora divisa, i tifosi dell'Herta dall'ovest più di una volta vanno a Kopenick per dare manforte ai sostenitori biancorossi. E questi ultimi, quando l'Herta in Europa gioca in trasferta nei Paesi del blocco sovietico, ricambiano il favore.
Il possibile appuntamento con la storia
La partita di questo sabato può dire molto per il campionato. Si gioca in casa dell'Herta, è la prima giornata del girone di ritorno e le due squadre arrivano da fasi completamente diverse. L'Union ha tenuto il primato per buona parte dell'andata e ora è a soli tre punti dal Bayern Monaco capolista. L'Herta invece ha soli 14 punti in graduatoria ed è penultimo e in piena zona retrocessione.
Una vittoria dell'Union permetterebbe ai biancorossi di alimentare i propri sogni. Ma i biancazzurri dell'Olympiastadion certo non ci stanno a lasciare agli amici e neo rivali la possibilità di essere la prima squadra di Berlino a insidiare il primato del Bayern Monaco in Bundesliga. Sarà l'ottavo derby nella massima serie. Di sicuro, sarà il più infuocato.
I biancorossi si aggrappano alle prestazioni del giovane attaccante Sheraldo Becker, forse uno dei primi olandesi a fare il percorso inverso e a scegliere la maglia del Suriname in nazionale.
Così come anche al nuovo acquisto Josip Juranovic, protagonista con la Croazia in Qatar ed arrivato a Kopenick dal Celtic. Dall'altro lato invece ci si affida all'esperienza dell'ex Milan Kevin Prince Boateng per ristabilire almeno il primo cittadino.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.