"E negli occhi tuoi voglia di vincere...". Schillaci e quel sogno finito male

"E negli occhi tuoi voglia di vincere...". Schillaci e quel sogno finito male
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Quando scrissero "Notti magiche" Edoardo Bennato e Gianna Nannini non potevano immaginare che una frase avrebbe calzato a pennello per uno dei calciatori di quella spedizione azzurra ai Mondiali: Totò Schillaci, morto oggi a 59 anni dopo una malattia che non lascia scampo. Notti magiche / Inseguendo un goal / Sotto il cielo / Di un'estate italiana / E negli occhi tuoi / Voglia di vincere... Queste ultime parole sembravano scritte appositamente per lui, il bomber palermitano, che partito da riserva a Italia '90 si conquistò i galloni da titolare a suon di gol.

Già, peccato, caro Totò. Avremmo meritato quel Mondiale. La squadra più forte di tutti era quella azzurra (non ce ne voglia Matthäus) e giocava in casa. Ma la coppa del mondo andò in Germania, dopo una brutta finale con l'Argentina decisa da un rigore (inesistente) assegnato ai tedeschi e realizzato da Andreas Brehme (anche lui scomparso da poco) a pochi minuti dal novantesimo.

Quanti campioni giocarono quel mondiale: Baggio con l'Italia, Maradona con l’Argentina, Gullit e Van Basten (campioni d’Europa) con l'Olanda, Lothar Matthäus (Germania), oltre ai giovani promettenti Gascoigne (Inghilterra), Stojkovic (Jugoslavia), Valderrama (Colombia). Alla fine il calciatore che più di tutti lasciò il segno fu lui, Schillaci. E proprio lui stentava a credere che fosse possibile una cosa del genere.

Occhi spiritati e indiscutibile voglia di vincere aveva Totò. Voglia di mangiarsi il mondo. Ecco come raccontò quel periodo qualche anno dopo: "Nemmeno un folle avrebbe mai potuto immaginare cosa mi stava per accadere. Ci sono periodi nella vita di un calciatore nei quali ti riesce tutto. Basta che respiri e la metti dentro. Per me questo stato di grazia è coinciso con quel campionato del mondo. Vuol dire che qualcuno, da lassù, ha deciso che Totò Schillaci dovesse diventare l'eroe di Italia '90. Peccato che poi si sia distratto durante la semifinale con l'Argentina. Una disdetta: abbiamo preso solo un gol in quell'edizione dei mondiali, e quel gol ci ha condannati".

In tutti gli italiani rimase tanta amarezza per quel Mondiale sfumato nella triste semifinale di

Napoli persa con l'Argentina ai rigori. Trentaquattro anni dopo, chi c'era può essere lieto di aver assaporato quelle notti magiche. Sognando, tutti insieme, di rialzare la coppa al cielo dopo l'apotesi di Madrid del 1982.

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