Il malore che ha colpito Edoardo Bove durante Fiorentina-Inter è solo l'ultimo di una lunga serie di casi che hanno visto protagonisti i calciatori durante una partita. Momenti terribili in cui si ferma il tempo e la salvezza dell'atleta diventa l'unica priorità. Nel corso degli anni ci sono stati epiloghi tragici o anche chi dopo un malore è riuscito a proseguire la carriera.
In Serie A il primo caso da ricordare è quello di Lionello Manfredonia nel 1989. Il centrocampista della Roma fu vittima di un arresto cardiaco durante una partita contro il Bologna. Manfredonia si salvò grazie all’intervento tempestivo dei medici, ma per il problema cardiaco riscontrato dovette interrompere anzitempo la carriera.
Nel 2021 durante gli Europei di calcio destò l'emozione generale il malore accusato dal centrocampista della Danimarca Cristian Eriksen. L'ex giocatore dell'Inter si è sentito male durante la partita contro la Filandia, fu salvato grazie all'intervento dei soccorritori in campo. Oggi Eriksen è tornato a giocare in Premier League. L'ultimo caso è accaduto durante lo scorso campionato, quando il difensore della Roma Evan Ndicka si è sentito male durante la partita tra Udinese e Roma in Friuli. In questo caso la partita è stata sospesa nel secondo tempo e fortunatamente il giocatore, trasportato in ambulanza per tempo, è riuscito a rimettersi senza particolari conseguenze, dopo la paura iniziale per un problema pneumotoracico.
Meno fortunato fu Piermario Morosini, che nel 2012 trovò purtroppo la morte dopo un malore accusato durante una partita di Serie B del Livorno a Pescara. Le indagini che ne seguirono fecero emergere che Morosini soffriva di una cardiomiopatia aritmogena, una malattia cardiaca rara e difficile da diagnosticare. Anche se non è stato un vero e proprio malore in campo, non si può non ricordare il caso di Davide Astori, sempre della Fiorentina. Nel 2018 il capitano viola ha trovato la morte per un malore accusato in hotel a Udine prima della partita. Anche in questo caso le indagini successive hanno evidenziato che Astori soffriva di una fibrillazione ventricolare, probabilmente legata a una cardiomiopatia genetica.
Tornato indietro nel tempo, ci fu la tragedia di Renato Curi, centrocampista del Perugia negli anni Settanta. Il 30 ottobre 1977, all'inizio del secondo tempo della sfida contro la Juventus, si accascia a terra dopo uno scatto. Morirà pochi istanti dopo per un arresto cardiaco. La società gli intitolerà lo stadio dove tuttora gioca la squadra. Curi aveva 24 anni.
Altri casi hanno riguardato il calcio europeo. Marc-Vivien Foé, 28 anni, era un centrocampista del Manchester City, impegnato con il Camerun in una sfida di Confederations Cup contro la Colombia, il 26 giugno 2003. Durante la partita collassa all'altezza del centrocampo. I tentativi di rianimazione di compagni e medici tra il campo e gli spogliatoi sono tutti inutili. L'autopsia ha rivelato che aveva una cardiomiopatia ipertrofica congenita.
Senza dimenticare quanto accadde al calciatore del Siviglia Antonio Puerta. Il 25 agosto 2007 Siviglia e Getafe si affrontano nella prima giornata della Liga.
Il difensore ha un attacco di cuore e perde conoscenza in campo, viene soccorso dai compagni di squadra, si riprende ma mentre si avvia verso gli spogliatoi ha altri cinque arresti cardiaci. Le sue condizioni si aggravano durante il trasporto in ospedale e sarà dichiarato morto tre giorni dopo, a 22 anni. L'origine dei problemi è una displasia ventricolare aritmogena.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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