"Ero Gnoukouri, oggi sono...". L'ex Inter vittima di traffico di essere umani

Gnoukouri, oggi Traorè, dal 2018 viveva in Italia da immigrato irregolare ma oggi è stato riconosciuto vittima di traffico di essere umani e ai microfoni della Gazzetta dello Sport ha raccontato la sua incredibile storia

"Ero Gnoukouri, oggi sono...". L'ex Inter vittima di traffico di essere umani
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Assane Demoya Gnoukouri arrivò all'Inter nel 2014 e dopo essere cresciuto nel vivaio nerazzurro fece ben presto il suo esordio in prima squadra. Era l'11 aprile del 2015 quando esordì contro l'Hellas Verona nel 3-0 a domicilio in favore della squadra di Roberto Mancini che gli fece giocare il derby contro il Milan, da titolare, della settimana successiva terminata 0-0. In totale giocò negli anni solo 16 partite con l'Inter e una stagione transitò all'Udinese pur senza mai scendere in campo per un problema cardiaco.

A fine 2017, però, il suo arrivo in Italia diventò oggetto di indagini per la Procura di Parma in quanto ritenuto illegale: nell'ambito dell'operazione, il procuratore Drago viene arrestato. Dagli atti risulta inoltre che Assane Gnoukouri in realtà si chiamerebbe Alassane Traorè e sarebbe nato nel 1994 e non nel 1996. Il ragazzo dunque ha oggi 29 anni e non 27 ma soprattutto ha un nome e un cognome differente.

Una nuova vita

Il giovane ivoriano, dunque, è stato riconosciuto vittima di traffico di essere umani ma ora può finalmente vivere da regolare in Italia:"Avevo dato il cuore a gente che mi ha tradito. Ho 27 anni ma credo in me, ce la posso fare. Ci ho sempre messo il cuore. L'ho dato per il mio agente, perché mi sono fidato di lui. L'ho dato per il padre adottivo: il mio l'ho perso da bambino e lui l'ho trattato come un genitore vero. L'ho dato per l'Inter, ho sempre lavorato duro e non ho mai fatto casino. Pensavo di avere attorno una famiglia, invece erano solo affari", le sue parole alla Gazzetta dello Sport.

Alassane Traorè ha poi continuato a raccontare la sua storia ai microfoni della rosea: "Un giorno un agente mi chiede se voglio andare a giocare in Italia. Mi dice che non ci sono problemi, che sarei anche andato a scuola come qualsiasi altro ragazzo. Vivo con mia madre, che a scuola non è mai andata, e sei fratelli, parlano con lei ed è contenta di potermi dare questa opportunità. Io sognavo di fare il calciatore, che potevo mai dire? Vado in prova al Marsiglia, gioco nei dilettanti al Marano, vicino Vicenza, poi mi portano all'Inter e mi prendono".

E ancora: "Mi dicono che i documenti sono falsi, ma il falso mica l'ho fatto io. Avevo un passaporto con su scritto Gnoukouri rilasciato dall'ambasciata. Il signor Gnoukouri, che mi aveva adottato, mi diceva che andava tutto bene e poi non l'ho più sentito. Quando ho firmato il primo contratto con l'Inter lui e l'agente promettevano che avrebbero mandato i soldi a mia madre per comprare una casa, invece non era vero. Se chiedevo rispondevano che era l'Inter a non pagare. Ero perplesso, non capivo, mi sono trovato da solo. E sa cosa mi fa rabbia?".

Traorè ha poi svelato qualche aneddoto di quando vestiva la maglia dell'Inter da appena 18enne, quando in realtà ne aveva 20 essendo un classe 1994 e non 1996: "Con chi ho legato di più alla Pinetina? Kondogbia, Brozovic, Perisic, bravissimi ragazzi. Ma il mio amico più grande era Biabiany, lo conoscevo già da prima. Mancin mi dava fiducia vera, il mister, era questa la cosa che mi piaceva. Aveva una rosa con tanti giocatori forti, ma mi guardava negli occhi e sceglieva me".

Il sogno dell'ivoriano, però, è di tornare alla sua professione, il calcio: "Mi alleno, sto bene, il calcio è il mio lavoro, quello che ho sempre fatto e devo ricominciare, voglio aiutare la mia famiglia e farmene una anch'io. Voglio dare a mia madre una bella casa, voglio portarla alla Mecca, voglio che mi veda felice così è felice anche lei".

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