Anche se pochi dubitavano del risultato, la serata di gala a Parigi nella quale la Fifa ha premiato i migliori del 2022 si è rivelata un vero e proprio trionfo per Lionel Messi e per i suoi compagni di squadra dell’Argentina campione del mondo. Una volta passata l’emozione del momento, possiamo però riflettere un attimo su questi verdetti, espressi da una giuria qualificata composta da allenatori, giocatori e giornalisti del settore e su come rifletta il momento e le tendenze del calcio mondiale. Ancora una volta si conferma il peso decisivo del Mondiale, capace di cancellare le grandi prestazioni del Real Madrid nella scorsa stagione ed il dominio assoluto di alcune squadre molto danarose sull’universo pallonaro. Ripercorriamo i verdetti dei Fifa Football Awards e cosa possono dirci sul futuro del gioco più amato al mondo.
Lionel Messi
Alzi la mano chi aveva scommesso un solo centesimo sulla vittoria di qualcun altro. Onestamente, a parte la ben nota preferenza per quel che succede al Mondiale, sarebbe stato davvero difficile ignorare la masterclass messa dalla “Pulce Atomica” in quel di Doha. Prendere una Nazionale neanche troppo trascendentale come la Scaloneta e trascinarla di forza verso il terzo trionfo planetario è impresa da iscriverlo d’ufficio nel pantheon dei più grandi di sempre. A Rosario e dintorni non ne avevano bisogno, ma il resto del mondo non potrà più dire che si blocca nei momenti più decisivi. Ai tifosi dei Rouge-et-Bleu farà un attimo storcere la bocca, visto che al Parco dei Principi non è che abbia fatto vedere chissà quali meraviglie ma davvero difficile non dargli questo premio.
Karim Benzema
L’inclusione quasi scontata nella formazione dei migliori del 2022 è una compensazione ben magra per non aver portato a casa il premio più ambito e la delusione gli si leggeva in faccia. L’aver dovuto saltare per infortunio il mondiale in Qatar era già una palla al piede non indifferente, ma fa un attimo strano come i giurati si siano completamente dimenticati quello che “The Dream” ha fatto vedere con il Real Madrid nell’ultima cavalcata verso l’ennesima coppa dalle grandi orecchie. Che uno della sua età sia ancora in grado non solo di fare la differenza ma addirittura di dominare in lungo e in largo non è affatto scontato. Peccato che, alla fine, il trofeo se lo porti a casa solo un giocatore. Karim l’avrebbe meritato di sicuro.
Kylian Mbappé
Il calcio, a volte, è uno sport davvero crudele. Se non fosse stato oscurato dalle meraviglie del rosarino, il mondiale del transalpino sarebbe stato da dieci e lode. Vero è che ci si ricorda solo chi porta a casa i trofei ma come dimenticare il fatto che il signor Mbappé ha segnato una tripletta nella finale di un mondiale più combattuta di tutti i tempi? Per non parlare del fatto che con il PSG è stato decisamente più convincente dei vari compagni di squadra. L’unica cosa che avrà fatto sorridere il transalpino è che, al contrario degli altri due finalisti, ha l’età giusta per continuare a dominare il calcio mondiale molto a lungo. Magra soddisfazione ma meglio di niente...
Lionel Scaloni
Ancora una volta si conferma la regola dei premi del calcio: qualunque cosa più vecchia di tre mesi viene dimenticata. L’impresa dell’Argentina in Qatar è stata veramente eccezionale, specialmente se si considera che non arrivava al mondiale come favorita assoluta. In realtà, però, il regno del tecnico albiceleste aveva già portato il trionfo in Copa America e una striscia di vittorie da record. Insomma, la coppa più bella non è arrivata per caso. Magari il tipo di calcio che predica Scaloni non è il più attraente ma una cosa è certa: porta risultati ben concreti. Applausi a scena aperta per uno dei tecnici più giovani ad alzare al cielo il trofeo. Non avrà reinventato la ruota ma portare un mondiale a Buenos Aires non è impresa affatto semplice. Chapeau.
Carlo Ancelotti
Che il mago di Reggiolo sia costretto a vedere il giovane rivale sudamericano mentre alza al cielo il trofeo è un vero peccato, specialmente se si considera quanto abbia fatto alla Casa Blanca don Carlo. Non varrà quanto un mondiale, ma essersi confermato praticamente letale quando arriva ad una finale non è un traguardo da poco. Non sarà un grande innovatore, non avrà contribuito granché alla tattica ma ha vinto come nessun altro prima di lui. Sono sicuro che, circondato dalla miriade di coppe ben più importanti che ha alzato, se ne farà una ragione molto in fretta.
Pep Guardiola
Il fatto stesso che sia nella top 3 dei tecnici migliori dell’anno solare è prova provata che il “peso” dei vari campionati conta parecchio nel giudizio dei giurati. D’accordo, il suo Manchester City ha fatto vedere cose egregie in Premier League ma aveva a disposizione una rosa miliardaria. Meglio o peggio di quanto fatto vedere da chi, come un certo Stefano Pioli, ha trionfato in un torneo altrettanto duro ma con giocatori di tutt’altro livello e stipendio? Ai puristi farà storcere la bocca ma le cose, purtroppo, vanno anche così…
I migliori difensori
A parte i vari premi “minori”, i Fifa Football Awards hanno anche presentato la Top XI, la formazione dei migliori giocatori dell’anno 2022. Il fatto che ha causato qualche dissapore è che sia stato scelto un inconsueto 3-3-4, tanto per inserire un attaccante in più, il che ha tolto la soddisfazione ad un difensore. La lista degli esclusi è quindi lunghissima e ci sarebbe pure da discutere sui tre selezionati. Poco da dire su Achraf Hakimi, che dopo aver lasciato l’Inter ha fatto vedere cose egregie sia con la maglia del Paris Saint-Germain che con quella del suo Marocco. Decisamente più dubbia la scelta degli altri due: Virgil Van Dijk è una presenza perenne in queste classifiche ma non è che venga dalla stagione migliore della sua prestigiosa carriera, sia con il Liverpool che con l’Olanda. Meglio forse Joao Cancelo, protagonista sia con il Man City che con il Bayern ma non devastante come al solito con la maglia del Portogallo. Detto tra di noi, si sarebbe potuto scegliere decisamente meglio ma tant’è.
I migliori centrocampisti
Sui tre centrocampisti scelti dall’illustre giuria dei Football Awards, invece, c’è davvero poco da ridire. Kevin de Bruyne è e rimane uno dei più puri talenti a popolare il calcio mondiale, anche se con la maglia dei Diables Rouges non è riuscito a combinare granché in Qatar. Sulle prestazioni di Casemiro con la camiseta blanca si potrebbero e forse dovrebbero scrivere dei trattati da insegnare nelle scuole calcio. Anche qui, decisamente peggio con la Seleçao ma non era l’anno buono per l’undici di Tite. Cosa dire, poi, di Luka Modric, talento cristallino dato mille volte per finito ed ogni volta in grado di rialzarsi ed imporre ancora la sua legge. Niente da dire, bene così.
I migliori attaccanti
L’impressione è che sia stato scelto il 3-3-4 solo per evitare lo scandalo di escludere da questa Top XI l’avanti più devastante degli ultimi vent’anni, quell’Erling Haaland che farà parlare tantissimo di sé da qui a chissà quando. L’avanti del Manchester City non solo segna con una regolarità da far paura ma lo fa con la naturalezza disarmante di chi non sembra aver fatto altro al mondo. Il fatto, poi, che sia molto più “normale” e con la testa sulle spalle di tanti altri talenti che si perdono nella caccia agli sponsor e ai clic sui social, ce lo rende ancora più simpatico.
Sugli altri tre, i finalisti per il miglior calciatore dell’anno, abbiamo già detto sopra. Vederli anche qui è allo stesso tempo scontato e un attimo ingeneroso nei confronti dei tanti altri giocatori che hanno avuto un 2022 da incorniciare. Tutto sommato, però, ci può anche stare.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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