Figc, approvata la riforma Gravina: cosa prevede e perché la Serie A è contraria

Nel corso dell’assemblea straordinaria sulla modifica dello statuto è stata approvata ad ampia maggioranza la proposta del presidente della Federcalcio, Gabriele Gravina

Figc, approvata la riforma Gravina: cosa prevede e perché la Serie A è contraria
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Adesso la Riforma Gravina è realtà. L'assemblea della Figc, riunita a Fiumicino, ha approvato a larga maggioranza le modifiche allo Statuto federale presentate dal presidente federale. I delegati accreditati, 253 sui 283 aventi diritto, per un totale di 461,69 voti su 516, hanno votato la proposta di Gravina - articolo per articolo - con la Serie A che ha sempre evitato con ogni suo delegato di esprimere voto favorevole: 8 i voti contrari e 12 gli astenuti.

Maggiore rappresentanza in Consiglio federale a chi porta più contribuiti economici. Questo, in breve, la 'richiesta' dell'emendamento Mulè, con più potere rappresentativo, dunque, per i club di Serie A e professionistici a discapito di quelli dilettanti. Il presidente Gravina ha puntato su una soluzione più moderata, spaccando la Serie A con una maggioranza che si è astenuta.

Durante le votazioni, la maggior parte delle proposte ha ricevuto ampio consenso, ma la Serie A ha manifestato divisioni interne: dei venti club, otto hanno votato contro e dodici si sono astenuti, con l’unica eccezione dell’articolo sul ruolo degli arbitri, approvato con quattro voti favorevoli. La riforma ridefinisce il numero di consiglieri e il peso elettorale delle varie categorie

  • La Serie A vede aumentare i propri consiglieri da 3 a 4, con un peso elettorale incrementato dal 12% al 18%.
  • La Serie B passa da 1 a 2 consiglieri, con peso elettorale dal 5% al 6%
  • La Lega Pro subisce una riduzione, passando da 2 a 1 consigliere e scendendo dal 17% al 12%.
  • La Serie D, l’Associazione Allenatori e l’Assocalciatori mantengono invariate le proprie posizioni, con pesi rispettivamente del 34%, 10% e 20%.
  • L’Associazione Italiana Arbitri perde il proprio rappresentante, scendendo al 0% di peso elettorale
  • La Serie A ottiene maggiore autonomia e un potere di veto nelle materie di propria competenza, ma non mantiene il controllo sul campionato, ora supervisionato da un’autorità indipendente. Rimane inoltre il controveto della Figc su alcune questioni tecniche e relative alla gestione arbitrale.

La Serie A ha espresso insoddisfazione, così spiegata. Una parte della massima serie, citando i contenuti dell’emendamento Mulé sul peso delle leghe in rapporto al contributo economico, considera infatti marginale anche la crescita dal 12% al 18% di rappresentanza, con 4 consiglieri in luogo dei 3 attuali. Ne avrebbero voluti almeno 5, soprattutto con la crescita della B da 1 a 2.

Lo schema proposto da Casini era di 5 per la A, 1 per la B, 1 per la C, al massimo 5-1-2 o 5-2-1, salendo a 6 con una rinuncia della D. Nei prossimi giorni, possibile che venga presentato un ricorso, anche se la spaccatura interna generata dalla votazione potrebbe aver dato vita a una nuova maggioranza all’interno della Lega stessa.

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