Gosens, un giocatore-psicologo per far uscire i Viola dal tunnel

31 anni, difensore di centrocampo, nazionale tedesco, in prestito dall'Union Berlino, è un calciatore specialista nel tirare fuori le energie «buone»

Gosens, un giocatore-psicologo per far uscire i Viola dal tunnel
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In campionato solo due punti nelle ultime sei partite. Crisi profonda. “Una questione di testa”, sentenziano gli “strizzacervelli” della clinica “Bar Sport”. Fatto sta che il colore viola (quello della malasorte) rischia ora di prevalere sul Viola con la “V” maiuscola. Dopo l’ultimo pareggio interno di domenica scorsa, la classifica langue e la squadra si allontanata dall’ “obiettivo Europa”: i tifosi contestano e al tecnico Palladino fischiano le orecchie. Accuse dopo l’1-1 casalingo contro il Toro: «Gara gestita male e cambi sbagliati», almeno a parere di chi non è abituato a fare sconti. Nel post partita le spiegazioni dell’allenatore non hanno convinto («Gud calato, ho tenuto Colpani perché mi serviva un mancino); ma l’impressione è che, al di la delle disquisizioni tattiche, al club del presidente Commisso serva - più che un «mancino - uno psicologo. Che però, a ben guardare, la società toscana ha già in casa, nel doppio ruolo di giocatore e dottore in psicologia: un fiore all’occhiello che si aggiunge al giglio simbolo della società toscana. Stiamo parlando del dottor Robin Gosens, per lui la crisi della squadra «è una questione di testa”. Abbozzo di diagnosi e cura? “I fischi del pubblico ci fanno male ma vanno accettati - spiega Gosens, forte della laurea in psicologia -. Gli episodi negativi influenzano in nostro rendimento e ci stanno ragliando le gambe. Abbiamo bisogno di pensieri positivi perché dopo un episodio negativo va sempre trovata la forza di ripartire. Ci serve per dimostrare che siamo un gruppo competitivo e non buttare via tutto ciò che di buono abbiamo costruito». Gosens, 31 anni, difensore di centrocampo, nazionale tedesco, in prestito dall'Union Berlino, è un calciatore specialista nel tirare fuori le energie «buone» che nei momenti di deficit motivazionale dovrebbero entrare a gamba tesa sui pensieri «cattivi». Un’operazione rivitalizzante di cui Gosens è esperto sia come studioso delle sofferenze mentali sia come ex paziente che in passato ha affrontato un momento nero, poi superato con successo: “Tanti calciatori vivono fasi di disagio, ma non hanno la forza di chiedere aiuto per paura di essere giudicati. Uno psicologo dovrebbe essere previsto nello staff medico di ogni squadra”. Ora per Palladino&C. match difficile all’Olimpico contro la Lazio. Con Gosens al lavoro solo nel ruolo di calciatore e non ancora in quello di mental coach.

Intanto i giocatori viola si stendono sul lettino del massaggiatore, sperando di evitare quello di Freud. E il Gosens assicura: «Farò lo psicologo appena chiuderò col calcio». Magari anche prima, partendo dallo spogliatoio viola. Con tanto di prescrizione terapeutica: “Fare un gol più degli avversari”. Possibilmente.

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