"Ho smesso di giocare per colpa sua". L'attacco di Pippo Inzaghi ad Allegri

Filippo Inzaghi, nella sua autobiografia, ha svelato come sia stato Allegri a porre fine alla sua carriera da giocatore con un anno di anticipo: "Mi bocciò e non volle il rinnovo del contratto. Per me fu una mazzata"

"Ho smesso di giocare per colpa sua". L'attacco di Pippo Inzaghi ad Allegri
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Filippo Inzaghi a 360 gradi nella sua autobiografia dal titolo "Il momento giusto". L'ex attaccante di Milan, Juventus, Atalanta e Parma in un passaggio del libro ha parlato del rapporto conflittuale con Massimiliano Allegri, suo allenatore quando vestiva la maglia rossonera."Era stato Allegri a chiudere la mia carriera da giocatore. Io e il Milan, infatti, nella primavera del 2012 avevamo trovato un accordo per prolungare di un anno il mio contratto. Io sarei stato un importante collante nello spogliatoio che nel giro di poco tempo aveva perso Maldini, Pirlo, Nesta, Gattuso, Seedorf. Elementi di spessore che avevano lasciato un vuoto profondo. Non avrei accampato alcuna pretesa... Galliani era felice di aver trovato insieme a me questa soluzione. Allegri invece la bocciò, non mi voleva più nello spogliatoio e lo disse al dirigente chiedendo che non mi fosse rinnovato il contratto. Per me fu una mazzata", la confessione di Superpippo.

Rapporto conflittuale

Che tra i due non scorresse buon sangue era cosa nota ma con questa confessione Superpippo ha definitivamente spiegato i motivi del suo ritiro dal calcio giocato nel 2012 a quasi 39 anni. Sempre in quell'anno, nel mese di settembre, i due si incontrarno al Vismara, dato che Inzaghi avrebbe iniziato ad allenare le giovanili rossonere, Massimiliano Allegri lo salutò con Superpippo che lo liquidò con un netto "Per me non esisti". Queste parole scatenarono la rabbia del tecnico toscano che lo insultò davanti ai presenti arrivando quasi allo scontro fisico. L'ex amministratore delegato del Diavolo Adriano Galliani minimizzò l'accaduto ma la verità è che tra i due è rimasta dell'acredine.

Il distacco dal calcio giocato

Inzaghi ha fatto del gol una vera e propria ragione di vita ed è per questo motivo che ha faticato molto ad appendere le scarpe al chiodo. 11 anni al Milan con 300 partite giocate e 126 reti realizzate. 624 le presenze complessive se si contano anche quelle con Juventus (165 con 89 gol segnati), più quelle con Atalanta, Parma, Piacenza, Verona e Leffe con 290 reti al suo attivo. Se si contano anche quelle con la maglia dell'Italia, 25 in 57 gettoni, poi le reti totali in carriera diventano 315. Superpippo è stato uno dei più longevi e come da lui svelato sarebbe andato avanti almeno un altro anno toccando i 40 anni.

L'attuale allenatore della Reggina, nella sua autobiografia ha raccontato un suo periodo di malessere vero vissuto nel 2015: "Nell’autunno del 2015 per la prima volta il pallone era sgonfio: non rimbalzava più. E non riuscii ad assorbire la lontananza dal mio mondo, dal profumo dell’erba, dalla sacralità dello spogliatoio. Mi alzavo al mattino e non sapevo come arrivare a sera. Il mio corpo mi mandava segnali inequivocabili di malessere. Mi sono spaventato. Anzi, lo dico chiaramente e senza vergogna: ho avuto paura. Ho fatto quattro gastroscopie e altre analisi poco piacevoli, viaggiavo sempre con un borsello pieno di cd con ecografie e risonanze che mostravo a vari specialisti. Ho temuto di avere qualcosa di grave, perfino la Sla. Sono stati mesi di disagio e sofferenza, in cui faticavo a trovare una via d’uscita.

Qualcuno lo chiama male di vivere, qualcuno in un altro modo, io ho preferito dribblare definizioni e diagnosi e affrontare la realtà. Ho capito qual era il problema e l’ho superato poco alla volta, circondandomi dell’amore della famiglia. I miei genitori sono stati eccezionali: hanno compreso ciò di cui avevo bisogno".

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