I segreti del San Lorenzo, la squadra del Papa

Il milieu culturale-sportivo del San Lorenzo è intriso di italianità e cristianità. E Papa Francesco, di sangue italo-argentino e vocazione spirituale fin dalla gioventù, non poteva che esserne attratto

 Armando Farro, René Pontoni e Rinaldo Martino, colonne del San Lorenzo che stregò Papa Francesco, in un numero di "Estadio" del 1946
Armando Farro, René Pontoni e Rinaldo Martino, colonne del San Lorenzo che stregò Papa Francesco, in un numero di "Estadio" del 1946

Calcio e religione sono vissuti con grande attenzione e profondità umana in Argentina, terra calorosamente e intrinsecamente latina in cui le passioni sono più forti: e nel decennio di pontificato di Papa Francesco un connubio tra questi due mondi è stato in un certo senso inevitabile. E dalle parti di Almagro sarà stato visto come un segno del destino il fatto che il primo anno dopo l'elezione di Jorge Mario Bergoglio al soglio pontifico abbia regalato al San Lorenzo, squadra del quartiere popolare di Buenos Aires tifata dal pontefice argentino, la sequela di emozioni più importanti della sua storia.

Papa Francesco è stato eletto Papa il 13 marzo 2013. Il 18 dicembre successivo il San Lorenzo ha vinto quello che ad oggi rimane il suo ultimo campionato: l'Inicial, la fase d'andata del campionato argentino, conquistata quel giorno all'ultima giornata con un pareggio 0-0 col Velez Sarsfield secondo in classifica. Il 13 agosto 2014, infine, il San Lorenzo ha toccato la vetta più alta della sua storia sportiva pareggiando 1-1 al "Gasometro" di Buenos Aires contro i paraguaiani del Nacional nel ritorno della finale di Copa Libertadores e laureandosi campione del Sudamerica in virtù della vittoria per 1-0 nella gara d'andata.

Entrambi i trofei sono attribuiti all'effetto-Francesco che ha dato notorietà globale ai rosso-blu il cui legame con la sfera religiosa è alla base della loro stessa esistenza. I "corvi" di Almagro sono nati nel 1908 ad opera di un gruppo di giovani appassionati di calcio che il sacerdote salesiano Lorenzo Massa aveva invitato a ritrovarsi nel cortile dell'oratorio della sua parrocchia in Calle México per sottrarli ai rischi che, a inizio secolo, nella vivace Buenos Aires erano legati al crescente traffico di vetture e tram. I colori, rosso e blu, sono quelli della Madonna Ausiliatrice a cui nell'oratorio Sant'Antonio è dedicata una cappella. Il San Lorenzo nasce all'ombra dei campanili e di un oratorio. Una storia che risuona come estremamente "italiana". Italiano era don Massa, discepolo di San Giovanni Bosco. Italiana la concezione salesiana dell'oratorio e la conseguente svolta comunitaria.

Si può applicare al San Lorenzo quello che ha detto Contrasti del calcio di parrocchia italiano, che nel nostro Paese rappresenta "l’essenza comunitaria e cristiana del nostro popolo. Un’essenza dalle profonde radici rurali e familiste legate storicamente agli spazi vitali della Chiesa che, nonostante l’ascesa delle ideologie politiche novecentesche, la progressiva urbanizzazione, la secolarizzazione e quindi la trasformazione dello stile di vita con il dilagare del totalitario e atomizzante individualismo moderno, esiste e resiste faticosamente". E l'Argentina, sorella australe dell'Italia, si specchia nel Belpaese. Anche nel calcio. Il San Lorenzo nacque nel 1908.

Tre anni prima, degli immigrati originari di Muro lucano e Genova fondarono il Boca Juniors, i cui tifosi si chiamano ancora oggi gli "Xeneizes", i genovesi. Sei anni dopo, nel 1914, in Liguria, a Chiavari, la squadra locale, la nascitura Virtus Entella, avrebbe scelto come divisa la maglia biancoceleste che detiene tuttora dopo che nel 1912 era stata definitivamente adottata dalla nazionale argentina, scegliendo il nome in onore del fiume locale come fatto dal River Plate a Buenos Aires, città con cui il territorio genovese aveva vivi e proficui scambi.

Il milieu culturale-sportivo del San Lorenzo è intriso di italianità e cristianità. E Papa Francesco, di sangue italo-argentino e vocazione spirituale fin dalla gioventù, non poteva che esserne attratto. Ma col tempo il cielo e il verde della terra dei campi da gioco si sono fusi. E il folgoramento del giovane Bergoglio, classe 1936, per il club di Almagro coi colori della Vergine Ausiliatrice è stato pragmaticamente terreno.

L'uomo del destino è Renè Alejandro Pontoni (1920-1983). Attaccante figlio di emigrati cuneesi trascinatore del San Lorenzo alla vittoria del titolo nel 1946 e della nazionale argentina alla conquista di tre campionati sudamericani consecutivi dal 1945 al 1947. E come ricorda Il Nobile Calcio, fu proprio nel 1946, a dieci anni, che il futuro pontefice fu folgorato dalla punta rossoblu che le cronache ricordano come "un attaccante completo, con tecnica sopraffina". Pontoni fu ricordato poco dopo l'inizio del pontificato da Papa Francesco nella lettera di risposta alle felicitazioni del San Lorenzo in cui veniva citata il ruolo della "campagna del 1946" nel sostegno di Bergoglio ai "corvi" rossoblu.

Una storia italo-argentina, una storia di fede, una storia di calcio: quella del San Lorenzo è una parabola portena che richiama molto quella di molte realtà della storia del Paese del Cono Sud.

E che, sovrapponendosi alla storia personale di Papa Francesco, ha permesso al club di Almagro di far diventare Lorenzo il santo per eccellenza nell'empireo del pontefice. Elevando una storia nata oltre un secolo fa per la scelta, comunitaria, di un lungimirante prete salesiano sotto l'egida di Maria Ausiliatrice.

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