Tre punti dovevano essere, tre punti sono arrivati. Queste, forse, le uniche risposte positive che Max Allegri potrà portare a casa dopo lo striminzito 1-0 inflitto allo Stadium ad un Lecce irriconoscibile nell’anticipo della 6a giornata di Serie A. Dopo la pesante sconfitta di sabato contro il Sassuolo, la Juventus fa il minimo sindacale e si porta a casa il bottino pieno senza aver mai impressionato. Eppure, nonostante un gioco a tratti frustrante, è bastato un episodio per garantire il gol della vittoria ad Arkadiusz Milik. Per ora, forse, può bastare anche così.
Primo tempo giocato a ritmi decisamente bassi, con la Juventus si accontenta di uno stanco e prevedibile giro palla ed il Lecce che attende, senza mai tirare in porta. I bianconeri comunque creano un paio di occasioni, specialmente un tiro di Chiesa a tu per tu con Falcone che finisce largo di non molto. Nella ripresa non cambia moltissimo, con il Lecce che prova ad essere più propositivo ma senza trovare sbocchi alle sue azioni. La Juventus rimane fin troppo leziosa ma, ogni tanto, ha accelerazioni sulle fasce interessanti. Il momento chiave della partita arriva da un’azione confusa con un pallone che va da McKennie e Rabiot fino a Milik, partito sul filo del fuorigioco. Per portare a casa 3 punti, alle volte, basta anche un solo episodio. Finale nervoso con l'espulsione nel recupero di Kaba ma il risultato non cambia.
La partita
Se alla vigilia ci si aspettava qualche cambiamento da parte di Allegri dopo il pesante tonfo col Sassuolo, Allegri opera ancora più modifiche all’undici titolare rispetto alle previsioni. In porta confermato Szczesny nonostante il gol preso da Laurienté mentre nella difesa a tre arriva la staffetta tra il deludente Gatti e Rugani. Come previsto, per la prima volta spazio all’inedita coppia d’attacco Chiesa-Milik, per concedere un turno di riposo a Vlahovic. Il centrocampo, invece, cambia più del previsto: a parte la prevista staffetta tra Fagioli e Miretti, spazio anche per Cambiaso sulla fascia, che prende il posto di un Kostic apparso in ombra a Reggio Emilia oltre a McKennie.
Roberto D’Aversa, con il suo Lecce lanciatissimo in un inizio di campionato invidiabile, ha da fare decisamente meno modifiche per la trasferta all’Allianz Stadium. Il tecnico dei salentini deve fare a meno dell’infortunato Banda ma allo stesso tempo ritrova Baschirotto dopo la squalifica. Se il tridente d’attacco con la coppia Almqvist-Strefezza ad appoggiare Krstovic è confermato, a centrocampo trovano spazio Venuti, Blin e Oudin, dato in dubbio fino a poche ore fa. Basterà per avere la meglio di una Juventus col dente avvelenato?
Chiesa c’è, la Juve non tanto
I padroni di casa partono subito aggressivi, costringendo Falcone al primo intervento dopo nemmeno un minuto: il tiro di Rabiot non è il massimo ma quando nella manovra entra Chiesa ci vuole l’intervento della difesa per bloccare un buon tiro di Cambiaso. Juve che spinge forte, costringendo gli ospiti ad arretrare spesso e volentieri. Ci vuole qualche minuto perché le due squadre si assestino in campo con il Lecce che preferisce gestire il pallone. I pochi lanci vengono quasi tutti intercettati dall’attento Bremer ma anche i bianconeri non trovano grandi sbocchi, limitandosi ad uno sterile giro palla. Decisamente meglio quando McKennie e Chiesa riescono a combinare sulla fascia destra ma niente che la difesa pugliese non riesca a gestire. Per vedere il primo tiro, infatti, ci vogliono ben 12 minuti ed il tiro da fuori area di Chiesa non è nemmeno così pericoloso. Il ritmo basso, in fondo, va bene anche al Lecce, contento di controllare gli attacchi dei padroni di casa.
Fase di partita all’insegna di un calcio non certo scintillante ma quando il Lecce prova un accenno di pressing, la Juventus è costretta a chiudersi dietro la linea del pallone. Per fortuna dei tifosi di casa, l’undici di D’Aversa fatica parecchio a farsi strada nell’area di rigore. La risposta dei padroni di casa arriva principalmente dai cross di McKennie e Cambiaso, che però, raramente arrivano ai compagni nell’affollata area degli ospiti. La Juventus prova una serie di azioni sulla destra, sempre accentrate attorno a Chiesa ma l’ultimo passaggio di Milik per il nazionale azzurro è un attimo troppo lungo. I bianconeri mettono il Lecce alle corde, alzando la pressione ed approfittando al meglio degli errori in impostazione degli ospiti. Su un cross di McKennie, per pochissimo Falcone e Pongracic non la combinano grossa quando la sfera deviata dal portiere viene deviata dal difensore quasi nella sua porta. L’undici di Allegri prova ad alzare la pressione e crea un’occasione monumentale al 26’: Danilo si fa spazio al centro ed alimenta la corsa di Chiesa in piena area. L’avanti si presenta davanti a Falcone ma apre troppo il compasso e manda il pallone a qualche centimetro dal palo.
Alla mezz’ora è la Juventus che si è fatta preferire ma il Lecce non ha comunque rischiato moltissimo, in una partita dai ritmi bassi non particolarmente gradevole. I salentini, catechizzati a dovere da D’Aversa, non azzardano niente, ben contenti di scambiare il pallone a metà campo e costringere i bianconeri ad uscire a caccia del pallone. I giallorossi riescono a trovare spazio solo sulle fasce, dove Almqvist e Strefezza fanno vedere le migliori cose; questo però non vuol dire che Szczesny abbia avuto occasione di sporcarsi i guantoni. Il cambio di ritmo dell’undici salentino costringe i padroni di casa a chiudersi, pur senza rischiare molto. Al 40’ punizione battuta sulla destra da Fagioli, cross che arriva in area piccola ma un po’ lento: la deviazione di Rabiot viene respinta coi pugni da Falcone ma i bianconeri sono piuttosto imprecisi in avanti. Neanche un accenno di pressing della Juve riesce a movimentare un finale di primo tempo senza grandi emozioni. Si va negli spogliatoi su uno 0-0 che fa sicuramente più comodo agli ospiti: per portarsi a casa i tre punti i bianconeri dovranno fare decisamente di più.
Poca Juve ma ci pensa Milik
Al rientro dagli spogliatoi nessun cambio ma un Lecce che sembra avere un approccio un attimo più propositivo. Di palloni pericolosi per gli avanti molto pochi ma la corsa del giovane Almqvist sulla destra costringe la difesa dei padroni di casa ad una chiusura complicata per evitare un pericoloso tiro in porta. Inizio di ripresa con parecchia confusione in campo, passaggi sbagliati e palloni persi per disattenzioni macroscopiche da entrambe le parti. La scossa attesa dal pubblico dello Stadium tarda ad arrivare, con la Juventus che procede con passo glaciale e zero occasioni create. Per fortuna dell’undici di Allegri, gli ospiti faticano maledettamente a farsi largo in area di rigore e sono altrettanto inconcludenti in avanti. Chiaro che una partita bloccata come questa abbia bisogno di un pizzico di fortuna che arriva sui piedi della persona giusta: azione molto confusa con un batti e ribatti nell’area piccola, dove il colpo di testa di Rabiot invece di infilarsi in porta va sui piedi dell’attaccante polacco, partito sul filo del fuorigioco, che insacca facilmente.
Con ancora mezz’ora da giocare, il Lecce continua a lasciare campo al solito giro palla dei padroni di casa, che, però, sembrano giocare con maggiore scioltezza. D’Aversa decide che è il momento giusto per cambiare qualcosa: fuori Strefezza e Oudin, spazio a Sansone e Rafia. A fare la partita, comunque, è sempre la Juventus, che ora prova ad accelerare il ritmo delle operazioni, insistendo al centro. I salentini faticano ad interrompere i lunghi fraseggi dei padroni di casa, che non sembrano avere fretta di chiudere i conti. Allegri risponde ai cambi del Lecce richiamando Rugani e Cambiaso; al loro posto Gatti e Kostic, che col Sassuolo non avevano certo messo la migliore prestazione dell’anno. Con i salentini un attimo sbilanciati, i laterali bianconeri trovano più spazio: Kostic e Chiesa combinano sulla sinistra ma il cross dell’azzurro viene liberato dalla difesa prima che Milik riesca a trovare il 2-0.
Al 77’ arriva anche il momento di Dusan Vlahovic, che prende il posto di Milik al centro dell’attacco bianconero ma la Juventus non sta davvero rischiando niente. D’Aversa si gioca l’ultima carta cambiando Blin con Piccoli ma questa partita non sembra avere più molto da dire. Gli attacchi dei giallorossi s’infrangono tutti sulla retroguardia bianconera: il gioco brillante visto nelle scorse giornate è un lontano ricordo. Allegri si prepara agli ultimi cambi per dare qualche minuto alle seconde linee: fuori Fagioli e McKennie per Miretti e Timothy Weah. Finale un po’ nervoso, con qualche fallo evitabile e parecchi cartellini tirati fuori dall’arbitro. In pieno recupero c’è anche spazio per il secondo giallo al nuovo entrato Kaba, che lascia il Lecce in dieci per gli ultimi due minuti. Al triplice fischio finisce 1-0: tre punti in più per la Vecchia Signora. Di bel calcio se n’è visto davvero poco ma la classifica torna a sorridere. Chissà se basterà ai loggionisti dello Stadium...
Il tabellino
JUVENTUS (3-5-2): Szczesny; Rugani (71’ Gatti), Bremer, Danilo; McKennie, Fagioli, Locatelli, Rabiot, Cambiaso (71’ Kostic); Milik (77’ Vlahovic), Chiesa. A disposizione: Perin, Pinsoglio, Vlahovic, Gatti, Huijsen, Kostic, Weah, Nicolussi Caviglia, Miretti, Iling-Junior, Yildiz. Allenatore: Massimiliano Allegri
LECCE (4-3-3): Falcone; Venuti (63’ Gendrey), Baschirotto, Pongracic, Dorgu; Oudin (62’ Rafia), Ramadani (69’ Kaba), Blin (81’ Piccoli); Almqvist, Krstovic, Strefezza (62’ Sansone). A disposizione: Brancolini, Berisha, Gallo, Gendrey, Rafia, Faticanti, Samek, Kaba, Piccoli, Burnete, Touba, Corfitzen, Listkowski, Gonzalez Canellas, Sansone. Allenatore: Roberto D'Aversa
Marcatori: 56’ Milik (J)
Ammoniti: 29’ Ramadani (L), 68’ Rafia (L), 75’ Chiesa (J), 84’ Kaba (L), 89’ Krstovic (L), 90’ Locatelli (J)
Espulsi: 90+2’ Kaba (L)
Arbitro: Antonio Giua (Sez. Olbia)
- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.