Lucca, la figuraccia del rigore autogestito e il post: "Volevo essere un duro, però..."

Instagram Lorenzo Lucca
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Benvenuti all’«Asilo della Serie A». Non si tratta del nido per pargoletti di famiglie altolocate, ma dell'istituto d’infanzia dove ieri si è iscritto - nonostante l’ampio superamento dei limiti d’età - Lorenzo Lucca, enfant prodige dell’Udinese: in realtà un fanciullino 24enne alto più di 2 metri, che però custodisce gelosamente l’animo puerile di quando diceva ai compagnucci del campetto: «Oh, il pallone è mio e il rigore lo batto io!».

Una logica che, se hai 5-6 anni, non fa una piega; peccato che, da allora, sia passato circa un ventennio. Ma per Lucca il tempo sembra essersi fermato: è cresciuto (almeno fisicamente), ma gli è rimasta la “sindrome del penalty autogestito”. Come dimostra l’imbarazzante (soprattutto per lui) sceneggiata messa in piedi ieri sera durante Lecce-Udinese dopo che l’arbitro aveva decretato il rigore per i friulani: roba degna delle partitelle con protagonisti i baby bomber capricciosi o - sull'opposto fronte anagrafico - gli attempati capocannonieri nei derby fantozziani Scapoli-Ammogliati. Bene, con le sue bizze e il pallone serrato tra le braccia, Lucca ha sublimato entrambe le tipologie borderline; inutile ogni tentativo da parte dell’intera squadra per convincerlo a cedere il rigore al collega ufficialmente designato dal tecnico. Lorenzo ha tirato dritto. Anzi, angolato, in una sorta di riedizione del film «Mamma, non mi sono perso il rigore...».

Risultato: penalty realizzato ma nessun abbraccio da parte dei compagni; con in più l’allenatore che lo ha subito sostituito e la società che lo ha sospeso per tre giorni in attesa di multarlo. Chissà se Lucca, questa notte si addormenterà da solo. O, come i piccoli viziati, avrà bisogno di qualcuno che gli canti la ninna nanna. Lasciandogli il pallone, ben in vista, nella culla.

Intanto, nel dormiveglia, un benaugurante segnale di crescita. Lorenzo ha postato infatti il seguente pensierino: “Volevo essere un duro. Però, da solo, non sono nessuno". Non è mai troppo tardi per diventare grandi.

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