"La verità sulle mie dimissioni...". Mancini spiega così l'addio alla Nazionale

L'ex Ct azzurro rompe il silenzio e punta il dito contro il presidente Gravina: "È da un pò di tempo che lui pensava cose opposte alle mie". Nel mirino anche la questione staff: "A quel punto doveva mandare via me"

"La verità sulle mie dimissioni...". Mancini spiega così l'addio alla Nazionale
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Le dimissioni di Roberto Mancini da Ct della Nazionale, arrivate con un fulmine a ciel sereno alla vigilia degli impegni di qualificazione a Euro 2024, continuano a far discutere. Mentre si ipotizzano diverse ricostruzioni (più o meno veritiere) sui motivi della sua decisione il tecnico jesino sceglie diversi quotidiani per spiegare meglio i motivi delle sue dimissioni.

Dopo lo striminzito post su Instagram in cui aveva parlato di "una scelta personale", Mancini esce allo scoperto sulla causa del divorzio, puntando il dito contro il presidente della Figc Gabriele Gravina. "Non ho fatto niente per essere massacrato così. Mi sono solo dimesso e ho detto che è stata una mia scelta", prova a difendersi. "Mica ho ucciso nessuno, ho solo esercitato un diritto alle dimissioni. Perché tanti attacchi così violenti sul piano personale? Non mi aspettavo certi giudizi morali", dice. E assicura: "Le mie dimissioni non sono legate a un accordo già raggiunto".

Col numero uno della Federcalcio i rapporti erano irrimediabilmente compromessi. "Ho cercato più volte di parlare con Gravina ed esporgli le mie ragioni - rivela Mancini -.Gli ho spiegato che in questi mesi mi doveva dare tranquillità, lui non l'ha fatto e io mi sono dimesso". Il riferimento è a una clausola presente nel contratto. "Non è stata eliminata la clausola di esonero in caso di mancata qualificazione a Euro 2024, il 7 agosto ho fatto mandare un messaggio a Gravina da chi mi rappresenta legalmente, cioè mia moglie, per farla rimuovere. In caso contrario avevo avvertito che mi sarei dimesso".

Mancini lo accusa di avergli portato via i collaboratori più stretti con gli spostamenti di Chicco Evani e Attilio Lombardo nel mirino. "Si è mai visto un presidente federale che cambia lo staff di un Ct? Gravina è da un anno che voleva rivoluzionarlo. Gli ho fatto capire che non poteva, ma ha giocato sul fatto che un paio erano in scadenza"."È da un pò di tempo che lui pensava cose opposte alle mie", aggiunge. "A quel punto doveva mandare via me".

Le dimissioni non c'entrano con l'arrivo di Gigi Buffon, diventato capo delegazione della Nazionale dopo l'annuncio del ritiro."Sapevo che il presidente Gravina avrebbe scelto Gianluigi ed era la soluzione giusta dopo l'addio di Vialli. Niente contro di lui". Definita come "tutta inventata" anche l'indiscrezione secondo cui non avrebbe gradito la decisione di Gravina di inserire Leonardo Bonucci nel suo staff.

A chi lo accusa di aver tradito la Nazionale, replica dicendo: "Io sono sempre stato corretto", "quando sono arrivato in azzurro ho rinunciato a opportunità più redditizie, ho fatto una scelta ed è stato il lavoro più importante della mia vita". E poi"ho lasciato la Nazionale a 25 giorni dalla prossima partita, non tre". Su un eventuale futuro in Arabia Saudita, Mancini afferma che la situazione che sta denunciando "è indipendente da quello che potrà succedere in futuro e da dove andrò. Ora non voglio pensare a niente".

In attesa che si sblocchi la situazione di Luciano Spalletti, il presidente del Napoli De

Laurentiis chiede il pagamento della clausola per liberarlo, ci vorrà tempo per rimettere a posto i cocci. Un addio tra mille strascichi dopo trionfi storici e delusioni tremende. Un vero peccato per Mancini e per la Nazionale.

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