L'estate del calcio italiano sarà ricordata come quella della Pec, la posta elettronica certificata, con cui Roberto Mancini ha annunciato al presidente federale Gabriele Gravina le sue dimissioni da ct che è stata filo conduttore di altre vicende non sempre piacevoli. Non è più tempo di stracciare i contratti, quindi, per annunciare una rottura: no, adesso si invia una Pec. Molto più rapida delle raccomandate e più efficace di una mail normale, col rischio che quest'ultima finisca nella casella dello spam e non si legga.
L'estate della Pec era cominciata in realtà in primavera con la rottura, sempre via posta elettronica certificata, di Luciano Spalletti con il Napoli. O meglio, la proposta di rinnovo di contratto da parte del presidente Aurelio De Laurentiis era arrivato con questo mezzo moderno ma forse un filo asettico. Il tecnico di Certaldo, era il 19 aprile quindi nel pieno del doppio confronto con il Milan in Champions League, si era visto recapitare questa e-mail piena di lodi e al contempo con la decisione unilaterale di rinnovo fino al 2024. Niente incontri, niente strette di mano: una fredda Pec, i rapporti con Adl a picco fino alla rottura definitiva nonostante lo scudetto vinto.
È di pochi giorni fa invece un'altra Pec rumorosa, quella che Leonardo Bonucci ha spedito alla Juventus per essere reintegrato in rosa dopo la decisione da parte della società e dell'allenatore di metterlo fuori squadra. La risposta da parte del club bianconero sarebbe stata negativa tanto che nelle ultime ore il difensore pare sempre più lontano da Torino.
Sembra incredibile, ma Spalletti, Bonucci e Mancini sono tutti legati tra loro anche per quanto riguarda il terremoto avvenuto con la nazionale. E dietro, l'immancabile Pec, fedele compagna comunicativa dell'estate italiana.
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