Ormai manca soltanto l'ufficialità ma Roberto Mancini sarà il nuovo allenatore dell'Arabia Saudita: nelle prossime ore è attesa la firma che lo legherà alla Nazionale saudita per due anni e mezzo fino al Mondiale del 2026, poi si vedrà. Lo staff parlerà interamente italiano vista la schiera di "fedelissimi" che Mancio porterà via con sé ma sono soprattutto le cifre, da capogiro, che hanno convinto il mistere nato a Jesi a trasferirsi a Riyadh.
Lo stipendio
Alcune indiscrezioni parlano di circa 20 milioni di euro netti a stagione ai quali si devono aggiungere i vari bonus per un totale in grado di superare 60 milioni in meno di tre anni. Altre fonti, invece, sono certe che i guadagni di Mancini sarebbero di 30 milioni di euro l'anno: in questo modo è facile toccare quota 80-90 milioni. Insomma, un bel gruzzoletto per un'esperienza che dovrebbe iniziare nei primi giorni di settembre con le amichevoli già programmate dove l'Arabia Saudita se la vedrà contro Costa Rica e Corea del Sud: in questo modo inizierà la prepazione per la Coppa d'Asia che prenderà il via nel 2024 tra i mesi di gennaio e febbraio.
Lo staff
Come ha già anticipato la Gazzetta, Mancini farà guadagnare un bel gruzzoletto anche i suoi storici collaboratori: Alberico Evani farà parte dello staff tecnico comsì come Fausto Salvano che dovrebbe ricoprire lo stesso ruolo che aveva nella Nazionale italiana. Attilio Lombardo, invece, dovrebbe essere il suo assistente tecnico. Ai tre ex calciatori oggi tutti e tre 60enni si affiancheranno anche Antonio Gagliardi che dovrebbe ricorprire il ruolo di match analyst, ossia il "tattico" mentre il preparatore dei portieri sarà Massimo Battara. Si occuperanno delle prestazioni dei calciatori come preparatori atletici Andrea Scanavino e Claudio Donatelli mentre i due osservatori di Mancio dovrebbero essere Giulio Nuciari e Mauro Sandreani. Le uniche incertezze riguardano Gabriele Oriali, attuale team manager dell'Italia: sarà lui a ricoprire lo stesso ruolo anche in Arabia?
Le polemiche sulle dimissioni
Ogni volta che si parla di Mancini, inevitabilmente, si ritorna a quel 13 agosto quando rassegnò le sue dimissioni. Come abbiamo visto sul Giornale.it, una posizione netta l'ha presa nei giorni scorsi il presidente della Figc, Gabriele Gravina, profondamente deluso dal comportamento di quello che è un suo (ex?) amico raccontando al Corriere tutta la sua amarezza ma anche offeso da certe dichiarazioni nei propri confronti.
"Doveva dare le dimissioni quando ha registrato una divisione su scelte importanti", ha dichiarato recentemente Fabio Capello mentre Giampiero Ventura, ex ct della Nazionale, ha sottolineato che "Quando non si conoscono bene le situazioni è difficile dare giudizi. Mancini dice una cosa, la Figc un'altra. Ma è chiaro che dal punto di vista dell'immagine ne siamo usciti male e si doveva trovare un modo diverso".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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