Il Mantova torna in Serie B dopo quattordici anni di assenza. E lo fa senza scendere in campo, perché il Padova, secondo in classifica, non va oltre l’1-1 contro il Lumezzane nel match di ieri pomeriggio e, complici i nove punti di distacco, le tre giornate rimanenti e gli scontri diretti a favore dei lombardi, il recupero diviene matematicamente impossibile. Stasera, dunque, la sfida contro il Renate altro non sarà che una passerella per incorniciare una stagione – e un cammino – straordinaria.
Stagione che assume ancora di più i margini del capolavoro se si pensa che lo scorso anno i virgiliani erano retrocessi, a seguito dei playout persi contro l’Albinoleffe, in Serie D e solamente i ripescaggi avevano consentito la partecipazione al girone A di Serie C. Un cammino trionfale portato a termine da Davide Possanzini, mantovano di nascita ed ex vice di Roberto De Zerbi al Sassuolo e allo Shakthar Donetsk che alla prima stagione da allenatore ha centrato una impresa, riportando il Mantova nel calcio che conta. L’ultima stagione in cadetteria, infatti, è targata 2010: annata conclusasi con l’ultimo posto e il fallimento. Un lontano ricordo del Mantova che faceva sognare i tifosi appena quattro anni prima, quando il solo Torino fu capace di fermare, in finale playoff, la cavalcata verso la Serie A. Quest’anno, invece, dopo 14 anni tormentati fra professionisti e dilettanti, i virgiliani hanno centrato una storica promozione con 79 punti raccolti in 34 gare, figli di 24 vittorie, 7 pareggi e 3 sconfitte; cui si aggiungono 67 gol realizzati e solamente 22 subiti, con conseguente miglior attacco e miglior difesa del girone A.
A meno di un anno di distanza dalla retrocessione, poi divenuta riammissione, con una squadra totalmente rivoluzionata rispetto alla scorsa stagione (solamente tre superstiti) è dunque arrivato il paradiso, figlio di tante intuizioni giuste del direttore sportivo Botturi, oltre che della sapiente gestione di Davide Possanzini. Una squadra che è un perfetto mix fra giovani di bellissime speranze e veterani pronti a guidarli e ad assumersi le responsabilità. Basti pensare, ad esempio, a Salvatore Burrai, uno che di campionati di Serie C ne ha vinti addirittura tre, oppure a Sebastien De Maio, che ha calcato palcoscenici importanti come Firenze, Bologna, Genova e Udine. O, ancora, a Francesco Galuppini, che ha guidato l’attacco con 13 reti in 34 presenze.
Le prime congratulazioni sono arrivate da Matteo Marani, presidente della Serie C: “Complimenti al presidente Filippo Piccoli, ai dirigenti, all’allenatore Possanzini e ai
giocatori, il Mantova appartiene alla grande storia del calcio italiano, sin dai tempi del 'piccolo Brasile' di Fabbri”. Quattordici anni dopo, per il Mantova si concretizza un sogno, quello del ritorno nel calcio che conta.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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