Rischio vincolo su San Siro: perché i piani di Milan e Inter possono saltare

Il vincolo scatterà nel 2025: quando le celebri rampe compiranno 70 anni non potranno essere abbattute

Rischio vincolo su San Siro: perché i piani di Milan e Inter possono saltare
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Non ci sarà nessuna demolizione: lo stadio di San Siro è destinato a restare in piedi e anche per lungo tempo. Uno sviluppo connesso, secondo quanto riferito da "La Gazzetta dello Sport", al secondo anello e al vincolo di interesse culturale che scatterà tra due anni, ovvero nel 2025. Il progetto Cattedrale accanto al Meazza o al suo posto, caldeggiato da Milan e Inter, sembra quindi tramontare in via definitiva, anche perché difficilmente la Soprintendenza di Milano interverrà per eliminare tale vincolo.

Confronto serrato

Le società, che hanno tenuto un filo diretto col sindaco Beppe Sala, avranno nelle prossime settimane le risposte definitive che attendono da tempo, e quindi presumibilmente anche le idee più chiare per scegliere quale strada percorrere. Vale a dire o riaggiornare il dossier San Siro con le richieste del comune di Milano e prepararsi dunque a realizzzare il progetto esecutivo per il nuovo stadio (dal costo di circa 40/50 milioni di euro) oppure trovare una soluzione alternativa al Meazza e andare altrove.

Nel primo caso, comunque, sarà imprescindibile il fatto di doversi confrontare col vincolo di interesse culturale sulle celebri rampe del secondo anello: costruite nel 1955, tra due anni raggiungeranno i 70 anni di età, ovvero il periodo dopo il quale scatta per legge il vincolo storico sui beni appartenenti al demanio pubblico, e non si potranno abbattere per realizzare il progetto di ammodernamento dell'impianto.

Milan e Inter

Nessuna delle due società milanesi, tuttavia, pare intenzionata a ristrutturare il San Siro senza toccare il secondo anello, un po' come fatto dal Real Madrid per il Bernabeu o come il Barça si appresta a fare per il Camp Nou. Si tratterebbe di operazioni poco costose e non remunerative, anche in considerazione del fatto che entrambe dovrebbero appoggiarsi a lungo altrove per giocare le partite casalinghe: un concetto ribadito con forza in occasione dell'incontro di ieri a Palazzo Marino con il comitato "Referendum X San Siro".

Le soluzioni

Ognuno per la sua strada e lontano dal Meazza: questa pare ad ora la soluzione più probabile. Le lungaggini del progetto Cattedrale avevano spinto Gerry Cardinale a pensare a una soluzione alternativa individuale: il mirino si era spostato su La Maura, terreno nel Parco Agricolo Sud Milano. Ipotesi già naufragata, come confermato da Paolo Scaroni, per opposizioni di natura politica e ambientalista. Restano sullo sfondo le strade che portano a Sesto San Giovanni, San Donato e Rozzano-Assago.

E l'Inter? Da un lato Steven Zhang ha sempre difeso l'idea

del progetto Cattedrale e la permanenza a San Siro, ma dall'altro non ha trovato buone intese coi "cugini" rossoneri. In caso di separazione di progetti, i nerazzurri avrebbero individuato un'area sita tra Rozzano e Assago.

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