Con un nome del genere il suo destino era già inciso. Nata trentasette anni fa a O‘ahu, nelle isole Hawaii, Ocean Ramsey tramortisce per la bellezza spontanea - i lunghi capelli biondi e un fisico scolpito che le hanno dato accesso ad una notevole carriera da modella - ma l'apparenza sa come trarre in inganno. Il lato che di lei più cattura, infatti, non ha niente a che fare con quello che avviene in superficie. La sua vera seduzione la esercita sott'acqua. E non con gli esseri umani.
Tutto quel blu che la circonda fin da piccola, del resto, ha generato un'attrazione insopprimibile. Ocean intinge da subito il suo corpo in quelle acque nitide, facendo conoscenza con una popolazione numerosa e silenziosa, quella dei pesci e dei grandi mammiferi che le popolano. Apprende rapidamente le tecniche più sicure per scendere in apnea e diventa sommozzatrice. Penetrando quegli abissi ovattati, non è raro che si incroci con gruppi di squali. L'incipit di quella relazione è un brivido freddo che corre lungo le scapole, ma Ocean capisce subito che non le faranno del male. Così inizia a nuotare intorno a loro, ne rispetta gli spazi, ne asseconda i movimenti. Senza mai dare le spalle, senza mai apparire un animale ferito in fuga: pagina uno del manuale di interazione con chi ha doppie file di denti acuminati.
La Ramsey finisce così per innamorarsi di questi predatori, mostrando una predilezione particolare per i più temuti tra tutti, gli squali bianchi. Al punto che, assieme al compagno, decide di fondare un'associazione per la loro salvaguardia perchè, dice, "Giocano un ruolo di fondamentale equilibrio all'interno degli oceani". Le sue immersioni diventano quindi motivo per sensibilizzare. I suoi profili social crescono (oggi la seguono in 2 milioni soltanto su Instagram). E il feeling con gli squali diventa reciproco. Le movenze di Ocean sembrano come ipnotizzarli: lei gira intorno placidamente, non perde mai il contatto visivo, talvolta li direziona con dolcezza. Come un'intensa danza subacquea. Come una sirena che ammansisce i grandi predatori.
Fino a quando, è la metà di gennaio del 2019, sotto la sua imbarcazione scorge il profilo di una sagoma gigantesca. L'emozione è dilagante. Ocean si trova come sempre a largo delle Hawaii per monitorare un gruppo di squali tigre che si sta nutrendo della carcassa di un capodoglio, quando appare Deep Blue, il più grande esemplare di bianco fino ad oggi conosciuto. Una femmina di cinquant'anni circa, lunga oltre 6 metri e con una stazza da 2,6 tonnellate. Ramsey scende subito in acqua con il suo compagno e inizia la consueta chiaccherata con lo squalo, stavolta il più gigantesco di sempre. Sa che è un'occasione irripetibile, perché Deep Blue è schiva e avvistarla è molto difficile.
Quei sussurri sottomarini si trasformano addirittura in carezze sul dorso dello squalo. Che la osserva, la rispetta, si lascia ammansire. "Gli squali non mangiano gli uomini, dobbiamo saperlo e dobbiamo proteggerli". Lei lo sta facendo da un pezzo, nuotando al loro fianco.
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