È stato sicuramente il momento più brutto vissuto in carriera, anzi, nella sua vita, quando al minuto 42' del primo tempo della gara di Europa League contro lo Sporting Lisbona è stato costretto a lasciare il campo per un fortissimo dolore al petto. Stiamo parlando del portiere della Juventus, Wojciech Szczesny, che intervistato nelle scorse ore da Canal Plus Polonia ha ripercorso l'incubo che gli ha fatto credere di essere molto vicino alla morte.
Le parole di Szczesny
"È stato spaventoso, pensavo davvero di morire. Dopo aver passato una palla al difensore mi sentivo come se il mio cuore stesse per esplodere, durante un calcio d'angolo ho detto a Milik che stavo male ma gli avversari lo avevano già battuto", ha raccontato l'estremo difensore bianconero. "Il dolore al petto era orribile, fino ad oggi non sappiamo ancora quale fosse la ragione che ci stava dietro, probabilmente problemi alla schiena o alla colonna vertebrale", ha aggiunto. Lunghi minuti di paura che le telecamere accese sulla partita non hanno potuto far comprendere appieno se non tramite il racconto del portierone. "Poi sono passati altri 3-4 minuti, avevo la vista annebbiata, la palla è uscita di nuovo e ho chiamato Locatelli, dicendogli che avevo bisogno di un medico - ha sottolineato Szczesny che da quel momento in poi non ha più avuto ricordi nitidi. "Mi ha raccontato poi di avermi guardato, di avermi visto in lacrime, non ha chiesto niente e ha chiamato subito il dottore", ha rivelato il 33enne portiere polacco. Gli accertamenti successivi, fortunatamente, daranno esito negativo.
Il rapporto con Allegri
Non solo il malore: altri temi affrontati con la tv polacca hanno riguardato, ad esempio, il rapporto con Massimiliano Allegri del quale si ritiene molto amico. "Lo rispetto perché è capace di dirmi cose che nessun altro farebbe, siamo anche vicini di casa da quando mi sono trasferito a Torino quindi direi che è un mio grande amico". A un certo punto, poi, si è anche parlato del suo possibile ritiro dalla Nazionale della Polonia che il portiere ha definito "molto vicino, sto giocando già più a lungo del previsto. Smetterò quando sentirò di non poter dare il 100% in campo, quindi voglio finire ad alto livello. Non lo annuncerò, lo terrò come sorpresa perché non voglio nessun addio".
Invece, le idee sono ancora più chiare su cosa accadrà quando
avrà appeso le scarpette al chiodo concentrandosi principalmente su figlio e famiglia perché "durante una stagione trascorro un terzo del mio tempo da solo e non è divertente per mio figlio e ovviamente per me".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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