Soldi in nero dalle offshore di Abramovich per il Chelsea: ecco come il magnate russo finanziava il club (e i suoi successi)

Il The Guardian ha pubblicato un'inchiesta basata su documenti che riguardano transazioni in nero da milioni di euro effettuate da società riconducibili al magnate russo. La nuova proprietà si rimette a completa disposizione delle autorità, la Premier, così come la Uefa, non commenta la situazione

Soldi in nero dalle offshore di Abramovich per il Chelsea: ecco come il magnate russo finanziava il club (e i suoi successi)

Non finisce il rapporto fra Roman Abramovich e il suo grande amore, il Chelsea. Solo che, questa prosecuzione, è tutt’altro che a lieto fine. Il The Guardian ha pubblicato un'inchiesta su numerose operazioni di mercato del club londinese, frutto di un'indagine internazionale nota come Cyprus Confidential, 3,6 milioni di documenti offshore trapelati al Consorzio Internazionale dei Giornalisti (ICIJ) e alla Paper Trail Media, una newsroom investigativa tedesca. I file che riguardano il Chelsea, nello specifico, rivelano una serie di pagamenti da decine di milioni di sterline effettuati nell’arco di un decennio attraverso veicoli offshore appartenenti ad Abramovich. Tali transazioni sono tutte quante a favore del club e pare che non siano state dichiarate nei conti presentanti alla Football Association e ai vari organismi di controllo, sia a livello nazionale che continentale.

Secondo il Guardian, qualora tutte queste operazioni fossero confermate potrebbero indurre la Premier League ad adottare sanzioni verso il club, sia a livello economico che di penalizzazione in classifica. Tra i passaggi di denaro finiti sotto la lente d'ingrandimento quelli all'agente di Eden Hazard, Federico Pastorello, quelli per gli acquisti di Willian e di Samuel Eto’o, oltre ai versamenti ad alcuni dirigenti di spicco del club.

I movimenti effettuati dal 2012 al 2019 del Chelsea sono attualmente sotto indagine in Inghilterra, dopo che l’attuale proprietario Todd Boehly ha detto che erano state presentate “informazioni finanziarie incomplete” durante la presidenza di Abramovich, durata dal 2003 al 2022. Dalle parti di Stamford Bridge, di recente c’è stato un confronto col Club Financial Control Body (CFCB) della Uefa. La prima sezione del CFCB afferma che sono state violate le norme sul Fair Play Finanziarioa causa della presentazione di informazioni finanziarie incomplete” e la nuova proprietà “ha identificato e segnalato in modo proattivo alla UEFA casi di rendicontazione finanziaria potenzialmente incompleta sotto la precedente proprietà del club”. La Uefa ha quindi multato il club per 8,6 milioni di sterline per questa ammissione.

La grande scalata di Abramovich verso il successo nel mondo del calcio prende il via nel 2003, quando acquista il Chelsea per 140 milioni di sterline e inizia a finanziare costantemente ogni sessione di mercato a colpi di decine di milioni. Durante questi anni sono stati ben ventidue i trofei sollevati dal magnate russo, fra cui cinque Premier League e due Champions League. Quello che da molti tifosi era stato definito l’”Impero Romano” è crollato nel 2022, quando a seguito dell’invasione russa in Ucraina, Abramovich è finito nel mirino delle sanzioni imposte agli oligarchi russi che avevano interessi economici nel Regno Unito. Questa situazione ha portato l’ex patron a cedere il club, per la cifra monstre di 4,25 miliardi di sterline.

Dall’analisi dei file analizzati dal Guardian emergono altri dettagli interessanti. Ad esempio, il 18 luglio 2017 l’agente Pastorello è stato destinatario di 10 milioni di sterline per una partecipazione del 75% nell’Excellence Ivestment Fund (EIF), azienda con sede in Delaware. Il pagamento è stato effettuato da una società, la Conibair Holdings, con sede nelle Isole Vergini britanniche, di proprietà di Abramovich. Nel medesimo giorno Antonio Conte firmava un rinnovo contrattuale con il club per 9,6 milioni di sterline annuali, da fresco vincitore del titolo. Il legame fra i due è noto, Pastorello è stato, infatti, l’agente del tecnico ex Juventus. Interpellato sulla vicenda, l’agente non ha voluto commentare la notizia limitandosi a rimarcare come non sia più l’agente di Conte. Una delle stelle di quella squadra, il belga Eden Hazard, acquistato dal Chelsea nel 2012 per 35 milioni di sterline, era assistito da John Bico Penaque, che aveva chiesto 6 milioni di sterline di commissioni alla firma del contratto. Lo stesso Penaque è stato destinatario, in questo caso attraverso la Leiston Holdings – altra società in capo ad Abramovic con sede sempre nelle Isole Vergini Britanniche – di un bonifico di 7 milioni di sterline attraverso una società, con sede a Dubai, denominata Gulf Value FZE per “servizi di consulenza relativi a ricerca e consulenza sportiva”. La data è quella del 29 marzo 2013. Lo stesso agente, come Pastorello, non ha voluto rilasciare alcuna dichiarazione.

Ma non è finita qui. La stessa offshore – la Leiston Holdings, ndr – ha pagato 1 milione di sterline alla Association des Jeunes Espoirs de Bobo, l'ex club di Bertrand Traoré, tramite un contratto firmato dal fratello di Traoré, David. Il contratto è datato due mesi dopo la firma del terzino per il Chelsea. Altri documenti rivelano ulteriori pagamenti per un totale di altri 7 milioni di sterline a favore di Vladica Lemic, sempre attraverso offshore, avvenuti a cavallo tra il 2005 e i 2017. Lemic, consigliere e fidato collaboratore dell’ex patron del Chelsea, è stata una figura chiave nell’acquisto di altrettante stelle che hanno vestito la maglia del club londinese, quali Arjen Robben, Branislav Ivanović, Nemanja Matić e il due volte allenatore Carlo Ancelotti. Le stesse società hanno altresì partecipato anche a triangolazioni proprietarie con svariati agenti sportivi – pratica, questa, espressamente vietata dalle autorità calcistiche – che avrebbero permesso ad Abramovich di controllare, senza dichiararlo, circa venti giocatori emergenti nel panorama calcistico. Il tutto avveniva, si legge nelle carte, come riportato dal Guardiana loro insaputa. Giovani che non giocavano mai, senza capire il reale motivo”. L’inchiesta dimostra anche il legame – cosa nota – fra Abramovich e Vladimir Putin. Dalle carte risulta infatti che una delle tante società controllate da Abramovich abbia venduto una quota di una campagna pubblicitaria ad una offshore con a capo Sergey Roldugin, violoncellista che nel 2022 è stato sanzionato – sempre per il conflitto russo-ucraino – con la seguente motivazione: “custode delle ricchezze personali di Vladimir Putin”.

A leggere i documenti, potrebbe quindi configurarsi una ipotesi di violazione delle norme sul Fair Play Finanziario in ambito Uefa, oltre che le norme della Premier League. L’equazione è piuttosto semplice da spiegare: se un club nasconde delle spese, pagandole tramite altre società non direttamente riconducibili al club stesso, si configura la violazione delle regole sul Fair Play Finanziario. Nel caso specifico, alcune di queste transazioni potrebbero aver violato le regole della massima divisione inglese che prescrivono la rendicontazione e la presentazione di conti accurati, oltre che la disposizione sull’agire in buona fede e la divulgazione dei pagamenti agli agenti (commissioni).

La nuova proprietà del club ha immediatamente risposto all'inchiesta del Guardian: “Queste accuse sono antecedenti a quelle dell’attuale proprietà. Si basano su documenti che non riguardano l’attuale proprietà e non si riferiscono a nessun individuo che sia attualmente nel club”. Il Chlesea, però, non si è limitato a discostarsi dalle accuse mosse alla precedente proprietà, ma ha rincarato la dose riportando alla luce il caso descritto che ha portato alla multa: “Al momento dell’acquisto gli acquirenti sono venuti a conoscenza di report finanziari potenzialmente incompleti riguardanti transazioni storiche durante la precedente proprietà del club. Immediatamente dopo il completamento dell’acquisto, la nuova proprietà ha segnalato in modo proattivo tali questioni a tutte le autorità di regolamentazione in conformità con i principi fondamentali di piena conformità e trasparenza del gruppo societario che detiene la proprietà. Inoltre, il club ha assistito in modo proattivo le autorità di regolamentazione nelle loro indagini e continuerà a farlo”.

Nessuna dichiarazione, invece, è

arrivata dalla Football Association, così come dalla Uefa. Un semplice “stiamo indagando”, invece, è stato il massimo che la Premier League ha voluto pronunciare sulla vicenda, rifiutandosi di commentare ulteriormente.

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