Strangers in the night

Due soli italiani in campo in Milan-Udinese

Strangers in the night
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Luciano Spalletti è intelligente. Ha scelto di restare in Toscana per seguire Empoli-Napoli e osservare alcuni calciatori utili per la sua nazionale. Ha saggiamente evitato Milan-Udinese, a San Siro. Qui, sabato sera, sono scesi in campo in esclusiva come resistenti, due italiani, Terracciano e Lucca, dunque uno per parte ma, con loro, ventinove colleghi stranieri ai quali vanno aggiunti gli allenatori, portoghese e tedesco. Milan e Udinese hanno utilizzato, nell'ordine, 4 inglesi, 3 francesi, 3 olandesi, 3 spagnoli, 2 brasiliani, 2 nigeriani, 2 sloveni, 2 statunitensi, a chiudere 8 calciatori in rappresentanza di Belgio, Svizzera, Serbia, Germania, Argentina, Costa d'Avorio, Svezia e Zimbabwe. Una partita multietnica dirà il solito docente di football globale, una miseria tecnica di chi preferisce far circolare i denari sul mercato estero, rinunciando di principio e di interesse, ad investire nel vivaio italiano.

Il carnevale di San Siro non è degno della storia di quello stadio, del club rossonero, della stessa squadra friulana sulle cui maglie di gioco campeggia lo slogan di finto orgoglio patriottico ma, in verità, marchio di una filiera agroalimentare: «Io sono Friuli Venezia Giulia». Propongo il nuovo inno della serie A: Strangers in the night.

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