Non deve far paura la parolina magica: l’Atalanta può concorrere per lo scudetto. Lo dimostra non solo la sua striscia strepitosa di successi consecutivi (9 con quella sul Milan) che può avere solo valore statistico. Può ambire al tricolore perché ha una squadra consapevole della propria forza dopo il successo in Europa league di qualche mese prima. Terzo e non trascurabile fattore: la panchina e la qualità dei suoi ricambi. Per la seconda volta, dopo la Roma, appena entrano i rinforzi (Retequi, Samardzic e Koussonou), la squadra di Gasp riesce a ricavare oro colato dall’ennesimo calcio d’angolo. E lo fa con Lookman, una spina nel fianco della difesa rossonera, chiudendo di testa sul secondo palo a pochi minuti dai titoli di coda.
Il Milan paga quel secondo tempo recitato a marcia indietro, stanco e senza il genio di Pulisic uscito per un polpaccio indurito, nel tentativo di conservare il pareggio che di fatto non avrebbe detto granchè alla sua classifica e per il futuro del team. Dopo il primo gol di CDK (di testa soffocando Theo Hernandez: ripetute le proteste di Fonseca), la replica del Milan è molto efficace con Leao che consegna a Morata la palla del momentaneo meritato pareggio.
A questo punto Gasp può anche toccare ferro ma è bene che Napoli e Inter comincino a fare i conti con questa autorevole pretendente al titolo. Perché non è una banale intrusione nell’alta classifica.
Il Milan torna indietro alla casella della delusione perché è ormai lontanissimo ormai dalla zona Champions, quasi a metà classifica nonostante abbia ancora da recuperare una partita (col Bologna). “Vinceremo il tricolor” alla fine cantano i tifosi della Dea e questa volta non è uno scherzo. Tutta Bergamo non vuole più svegliarsi.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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