Un (deciso) passo avanti sul nuovo stadio di Milan e Inter a San Siro. Anche se le squadre fanno trapelare che non scioglieranno le riserve finché l’Agenzia delle Entrate non avrà chiarito il prezzo del vecchio Meazza, da demolire in parte e «rifunzionalizzare» con spazi commerciali e servizi sportivi al posto del calcio, e delle aree limitrofe su cui intendono realizzare il nuovo impianto e sviluppare altre fonti di business. Ma un passo alla volta, il piano presentato la prima volta sei anni fa, sembra pronto a decollare.
Questa mattina il sindaco di Milano Beppe Sala, una delegazione di Inter e Milan, rappresentate dai dirigenti e dalle proprietà dei club, Oaktree Capital e Redbird Capital Partners, e la soprintendente ai Beni culturali di Milano Emanuela Carpani, hanno incontrato i ministri alla Cultura Alessandro Giuli e per lo Sport Andrea Abodi. Sul tavolo il progetto del nuovo stadio e lo sviluppo delle aree circostanti e le linee guida per rifunzionalizzare il Meazza "già condivise con la soprintendente". Il nodo del vincolo sul secondo anello che potrebbe scattare nel 2025 al compimento dei settant’anni sembra praticamente sciolto, a maggior ragione se il Meazza da proprietà pubblica passerà ai privati. "Da parte di tutti gli interlocutori c’è stato apprezzamento e soddisfazione - recita la nota del sindaco -. A breve i club procederanno alla presentazione della manifestazione di interesse utile alla prosecuzione del procedimento. Nel frattempo, si attende la perizia dell’Agenzia delle Entrate per avere il quadro necessario per una valutazione complessiva".
Un aspetto, ci tengono a chiarire dai club, non marginale. Il presidente del Milan, Paolo Scaroni, a Sky Sport ha dichiarato: "È stato un incontro che è andato molto bene, sia con il sindaco di Milano che con il Ministro della Cultura e il Ministro dello Sport. Abbiamo superato quel problema che ci si poneva da mesi della conservazione del secondo anello dello stadio: possiamo costruire un nuovo stadio a San Siro conservando nell’edificio che verrà, al posto dello stadio dove stiamo oggi, parte del secondo anello. Un incontro molto positivo che ci ha avvicinato a considerare l’ipotesi di un nuovo stadio San Siro come un ipotesi da prendere in considerazione. Tempistiche? Abbiamo ancora dei passaggi, a cominciare dal capire a che valore ci potrà vendere la municipalità di Milano lo stadio di San Siro e l’area circostante. Tutto questo non lo sappiamo ancora ed è per questo che teniamo ben desta l’ipotesi di San Donato dove abbiamo lavorato tanto tempo e speso anche 40 milioni".
Il ministro Abodi dopo l’incontro ha
riferito che sono stati «tutti molto soddisfatti, è un punto di svolta che sarà utile anche oltre Milano. La collaborazione pubblico-privata e tra le Istituzioni produce quasi sempre buoni frutti, nell'interesse di tutti».- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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