A poche ore dal derby della Madonnina, l’ultima cosa che i tifosi dell’Inter si aspettavano era l’ennesima nube all’orizzonte per la proprietà della Beneamata. Le voci si rincorrevano da qualche tempo sui problemi di cassa della cassaforte Suning ma la situazione, secondo quanto riporta il sito specializzato Calcio e Finanza, potrebbe precipitare di qui a poche settimane. Il presidente dell’Inter Steven Zhang rischierebbe addirittura di finire dietro le sbarre per un debito non pagato nei confronti di una banca cinese. Il quadro legale sarebbe talmente complicato da aver costretto la banca, controllata dal governo della Repubblica Popolare Cinese, ad aprire ben tre cause legali contro Zhang; una negli Stati Uniti, una ad Hong Kong ed un’ultima a Milano. Addentrarsi nei dettagli di questa complessa controversia finanziaria non è certo quello che i tifosi nerazzurri si aspettavano di fare alla vigilia dal derby ma quest’ennesima tegola sulla società potrebbe portare ad un altro passaggio di proprietà. Un terremoto che non è affatto certo, ma abbastanza realistico da rovinare il sonno all’interista medio.
300 milioni in ballo
L’oggetto del contendere sarebbe un debito da 300 milioni di dollari contratto da Steven Zhang nei confronti della China Construction Bank Asia, filiale di Hong Kong di uno dei quattro gruppi bancari cinesi controllati direttamente dallo stato, che non sarebbe stato ripagato nei termini stabiliti. La causa, aperta davanti al tribunale della ex colonia britannica, è quella dove Zhang rischierebbe di più. A quanto riferisce il quotidiano Asia Sentinel, i procedimenti negli Stati Uniti e presso il Tribunale di Milano sarebbero motivati dalla necessità di acquisire documenti fondamentali per il procedimento ad Hong Kong, dove lo scorso 19 luglio il giudice aveva dato ragione alla CCBA, ordinando al presidente dell’Inter di rimborsare 255 milioni di dollari più gli interessi alla filiale della banca.
Il prossimo 13 marzo Zhang dovrà presentarsi di fronte ad un giudice per quella che viene definita “debtor examination”, ovvero l’esame della posizione del debitore. A quanto si leggerebbe dai documenti presentati alla corte di New York, il presidente dell’Inter dovrà chiarire a voce "se ha debiti, quanti debiti gli sono dovuti e quali altri beni o mezzi ha per soddisfare la sentenza". Se non bastasse, dovrà anche fornire "qualsiasi libro o documento in suo possesso o potere" relativo ai suoi beni e alle sue passività, una vera e propria radiografia del complesso sistema di società sul quale si basa la ricca famiglia cinese. A quanto pare non si tratterebbe affatto di una formalità ma di "un controinterrogatorio, e quello del tipo più severo" con lo scopo di "accertare quali beni appartengono a Zhang e quali debiti gli sono dovuti, in modo che possano essere utilizzati per soddisfare la sentenza di Hong Kong e il debito che ha nei confronti di China Construction Bank Asia".
Tre mesi di carcere come minimo
Il sospetto da parte della CCBA è abbastanza chiaro: Steven Zhang avrebbe compiuto operazioni poco chiare per confondere le acque e rendere impossibile rintracciare i fondi necessari a ripagare il prestito contratto dalla banca cinese. Particolare attenzione sarà riservata al rifinanziamento del debito legato alla società FC Internazionale Milano e al rapporto tra essa e il resto delle società del gruppo Suning. Pensare che un tifoso normale possa emozionarsi di fronte a questioni di architettura finanziaria è abbastanza risibile ma il linguaggio tecnico dei documenti non riesce a nascondere come, in realtà, Steven Zhang rischi davvero di finire dietro alle sbarre. Uno dei documenti visionati da Calcio e Finanza è cristallino: "Se la Corte accertasse, a seguito dell’esame svolto, che il debitore della sentenza ha nascosto dei beni al fine di evitare l’adempimento della sentenza o della passività oggetto della sentenza, in tutto o in parte, o ha volontariamente omesso di rispondere a qualsiasi domanda, può, a sua discrezione, ordinare la reclusione del debitore per un periodo non superiore a tre mesi".
I problemi non finirebbero qui per il presidente nerazzurro, che è stato citato in giudizio per una questione che riguarda il penale, ovvero l’oltraggio alla corte compiuto quando avrebbe testimoniato il falso nel corso del processo concluso lo scorso 19 luglio. Naturalmente queste accuse andranno provate, ma sono decisamente pesanti: si va dalla falsa testimonianza riguardo al rifinanziamento del debito dell’Inter e al fatto di aver affermato che la sua firma su alcuni documenti incriminanti sarebbe stata falsificata. Se la corte di Hong Kong si pronunciasse contro l’accusato "sarebbe incarcerato o multato".
Nel mirino le quote dell'Inter
Il vero pericolo per l’Inter, però, arriva dal procedimento in corso al Tribunale di Milano, dove la CCBA vorrebbe far cancellare la delibera che ha autorizzato il mancato pagamento dello stipendio dovuto a Zhang secondo lo statuto societario. A far sospettare i legali della banca cinese il fatto che il rampollo della famiglia Zhang non abbia né beni né immobili in Italia ma conduca una vita decisamente agiata. Secondo il team legale c’è qualcosa che non torna: l’Inter avrebbe rinunciato a pagare i 914000 euro all’anno dovuti al presidente della società, causando un danno notevole alla CCBA, visto che impatta la sua capacità di soddisfare il debito. Zhang, secondo l’accusa, avrebbe poi "condotto i suoi affari finanziari in modo tale che pochi beni fossero posseduti direttamente a suo nome, nonostante le sue ostentate manifestazioni di ricchezza, al fine di ostacolare i suoi creditori". Nel caso non si riuscissero a trovare beni controllati tramite società satelliti o prestanome, la CCBA annuncia l’intenzione di rivalersi sulla partecipazione nell’Inter.
Sebbene sia difficile orientarsi in questo labirinto legale, la situazione potrebbe chiarirsi di qui a qualche settimana. Cinque giorni prima dell’udienza ad Hong Kong, il presidente nerazzurro avrà la prima udienza al Tribunale di Milano, alle 10 dell’8 marzo. Magari il Giudice Alina Zama potrà iniziare a chiarire i tanti dubbi che circondano questa complessa vicenda. Incidentalmente l’undici di Inzaghi avrà già alle spalle l’ottavo d’andata contro il Porto, con il ritorno all’Estadio do Dragão previsto il giorno dopo l’udienza ad Hong Kong. Già, perché in mezzo a questo caos legale ci dovrà essere anche spazio per il calcio, l’unica cosa che importa davvero.
Il rischio, però, è che queste turbolenze rendano meno sereno lo spogliatoio e l’ambiente attorno all’Inter. Avere un presidente in prigione non è il massimo per una società di calcio. Chiedete ai tifosi della Sampdoria.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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