La "zona Cesarini" è viva e vegeta

Ecco i segreti del giocatore che la ispirò

La "zona Cesarini" è viva e vegeta
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Cesarini, chi era costui? Ridatecelo! Tanto più che la sua «zona» gode di ottima salute ed è attuale come non mai. Ieri infatti le partite clou di campionato (il derby di Milano e Roma-Napoli) sono state entrambe pareggiate grazie a due gol realizzati all'ultimo istante, cioè in "zona Cesarini": espressione col profumo di palloni di cuoio inzuppati d’acqua che la categoria dei commentatori presunti «moderni» (tipo Adani e Caressa quando non sono impegnati in agghiaccianti polemiche "norvegesi"...) considera fuori moda, preferendogli il prêt-à-porter dell’ «additional time»: roba «cool» da Premier League, altro che quei rinco della Serie A... Ma non staremo qui a rimenarla con la tragicomica deriva che privilegia il lessico degli unti del Signore a discapito del vocabolario dei comuni mortali; benché il risultato sia degno di Zelig: ora, perfino al Bar Sport, il pestone lo chiamano «step on foot».

Ma torniamo al nostro eroe dimenticato, Cesarini. Qual è la sua biografia e perché nel 1931 l’espressione «zona Cesarini» gli fu dedicata dal giornalista Eugenio Danese? Renato Cesarini (Senigallia, 11 aprile 1906 – Buenos Aires, 24 marzo 1969) è stato un ottimo attaccante in stile «genio e sregolatezza». Dal 1929 al 1935 giocò nella Juventus totalizzando 129 presenze (49 gol) e indossò 11 volte la maglia della nostra nazionale (11 reti. E fu proprio con un gol in azzurro che il bomber italo-argentino divenne quello della «zona Cesarini».
13 dicembre del ’31: a Torino va in scena Italia-Ungheria, valida per la Coppa Internazionale: gara risolta al 90º da Cesarini che ci permise di battere 3 a 2 i magiari. L’indomani l’inviato Eugenio Danese inchiostrò l’immaginifica espressione «zona Cesarini» consegnandola così al patrimonio linguistico delle successive generazioni di cronisti sportivi.

Lo scrittore Alessando Barrico ha vergato una frase bellissima: "Cesarini, quello della zona Cesarini, proprio lui: quando dai il tuo nome a un pezzetto di Tempo – il quale è solo di Dio, dice la Bibbia – qualcosa nella vita lo hai fatto". Onore quindi a Renato Cesarini (e pure al collega Eugenio Danese che, con felice intuizione retorica, ne ha eternato la «zona»).

In extremis (e quando se no?) ricordiamo che se, sul fronte tv e carta stampata, l’invenzione di Danese è ormai snobbata dagli addetti ai lavori specializzati in neologismi smart, la metonimia (tale il nome tecnico della forma retorica in questione) partorita dalla sua penna sopravvive, eccome, nel linguaggio comune, indicando «fatti avvenuti o situazioni cui si è posto rimedio». In "zona Cesarini", ovviamente.

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