Una task force mondiale per la lotta alle scommesse illegali e all'illecito sportivo; modello francese per le legislazioni europee; quote dei proventi del gioco da girare alla lotta al crimine. Sono le linee principali della controffensiva lanciata dal Cio, il Comitato olimpico internazionale, nei giorni dello scandalo del calcio italiano. A Losanna, per la seconda riunione del gruppo di lavoro voluto da Jacques Rogge, a dire il vero del caso Italia non si è parlato in alcun modo. Il presidente del Cio ha aperto la riunione facendo un accenno ai recenti casi nel tennis mondiale; e d'altra parte dall'Asia al Vecchio Continente la piaga delle giocate clandestine e dei tentativi di combine è estesa a tutti gli sport. Inoltre, la commissione aveva cominciato a lavorare già il 1° marzo scorso, tre mesi prima dell'esplosione dello scandalo Erodiani-Pirani. «È stata una riunione positiva, che ha confermato la complessità del fenomeno e la sua strategicità», il commento finale di Giancarlo Abete, presidente della Figc presente in nome del Coni.
Alla riunione erano rappresentati Cina, Usa, Gran Bretagna, Francia, Germania, Italia, Brasile, ma anche Interpol, Fbi, Nazioni Unite; e poi governi nazionali, Commissione europea, Comitati olimpici, e anche l'associazione mondiale delle lotterie. Sono stati varati tre gruppi di esperti - per l'educazione, il monitoraggio e l'intelligence e per la legislazione - che si definiranno entro luglio e entro il 2011 dovranno portare le loro proposte al Cio. Ma le linee sono già tracciate.
I dati in mano al Cio dicono che negli ultimi 5 anni il volume di gioco on line è cresciuto in Europa del 500%, mentre in Asia è raddoppiato raggiungendo il tetto dei 5 miliardi di dollari. L'Interpol ha segnalato che i suoi interventi anticrimine negli ultimi tre anni si sono concentrati in Cina, Malaysia, Thailandia, Singapore, Vietnam e Indonesia.
L'unità investigativa varata oggi dal ministro Maroni è stata citata da Abete come modello: il coordinamento tra governi, enti sportivi e operatori delle scommesse è la via per combattere il crimine. E le commissioni varate dal Cio vanno nella direzione di una task force mondiale.
C'è poi l'esigenza di legislazioni il più uniformi possibili. Cina e Usa, tranne lo stato del Nevada, non ammettono in alcun modo le scommesse sportive, mentre paesi come Slovenia e Repubblica Ceca sono restii all'armonizzazione, e sul tavolo potrebbe finire addirittura una legge quadro dell'Europa (solo 15 nazioni europee hanno regole anti scommesse illecite). In ogni caso, il modello legislativo è stato individuato: è quello di Parigi (presente alla riunione il ministro per lo Sport francese Chantal Jouanno). La Francia definisce con precisione il campo degli eventi su cui scommettere e soprattutto i limiti (l'Italia ha lamentato in questi giorni le puntate a ridosso delle partite); definisce un ruolo economico per gli organizzatori degli eventi, ovvero lo sport; destina una quota degli introiti alla prevenzione e repressione del crimine.
«Dietro alle scommesse c'è la malavita organizzata», l'allarme lanciato da Roma dal vicepresidente del Cio, Mario Pescante. «Piena fiducia nel lavoro di Palazzi», ha invece detto il presidente del Coni Gianni Petrucci, plaudendo alla nascita dell'unità investigativa del Viminale. «Il calcio non ha imparato la lezione», aveva detto ieri il ministro Maroni.
«Anche il Cio ha messo l'accento sul suo codice etico, il mondo dello sport deve avere un alto grado di coscienza e di responsabilità di fronte a questo fenomeno - ha aggiunto Abete - Io ho letto un'intervista in cui Maroni sottolineava di avere fiducia nella Federcalcio, e di questo lo ringrazio».
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