Calcioscommesse, Signori all'attacco: «A qualcuno fa comodo il mio nome»

L'ex attaccante si difende in una conferenza stampa a Bologna: «Non riesco a capire come possa essere che io che non ho nessuna intercettazione abbia avuto le stesse condanne, o superiori di chi ne ha 300. Come può essere radiato uno senza neppure una telefonata?»

«Forse a qualcuno fa comodo tenere su il mio nome, in una vicenda che non ha portato quasi a nulla. All'inizio si parlava di centinaia di partite, poi solo di una, presunta». Beppe Signori, radiato in secondo grado dalla giustizia sportiva per il calcioscommesse, ha denunciato in una conferenza stampa a Bologna quello che ritiene essere un «accanimento» nei suoi confronti.
Da parte della stampa, «che mi ha sbattuto in prima pagina nei giorni in cui c'era uno che aveva fatto una strage in Norvegia». E anche dal punto di vista della giustizia. L'ex calciatore, come in altre occasioni, ha sostenuto la mancanza di prove a suo carico. «Non riesco a capire - ha detto più volte - come possa essere che io che non ho nessuna intercettazione abbia avuto le stesse condanne, o superiori di chi ne ha 300. Come può essere radiato uno senza neppure una telefonata?».
Forse, ha proseguito, «e ho la sensazione che sia così, a qualcuno fa comodo tenere il mio nome, come fa il cane quando tiene l'osso in bocca e lo riporta al padrone. Ma non è corretto». Non ha comunque voluto fare nomi: «Sarebbe troppo facile», ha risposto ai cronisti.

Signori ha anche spiegato di aver comprato i cd con le intercettazioni dell'inchiesta, «per ascoltare e capire». Tra le altre cose che ha fatto notare, c'è il fatto che nella convocazione a lui rivolta dalla Procura federale, risultava «non tesserato». «Poi improvvisamente - ha detto - mi sono trovato tesserato e sospeso».

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