Bologna - Dopo l'intervista al Tg1, la conferenza stampa. Beppe Signori è tornato un uomo libero, dopo oltre 15 giorni di arresti domiciliari, e vuole sfogare tutta la sua rabbia. "Mi devo fare forza, se no non mi riconosco. Ringrazio le persone che mi son state vicine, avvocati e le persone che mi han mostrato affetto, i tifosi, la mia famiglia. Sono state il mio unico sfogo, non avendo contatti con l'esterno in questi ultimi quindici giorni ricnhiuso a casa. In questi giorni mi son studiato l'ordinanza".
Massacro mediatico L'ex attaccante della Nazionale Beppe, coinvolto nello scandalo calcioscommesse, esita all'inizio prima di cominciare a parlare, rinfrancato solo dall'applauso dei presenti. "C'è stata una disparità, ci son state notizie inventate e false, è stato un massacro mediatico - ha aggiunto -. In pochi giorni sono stati cancellati tanti anni di carriera. E non ho potuto rispondere. Sembra che qualcuno si sia divertito. Sin dall'inizio dovevo capire che si trattava di un massacro".
La scoperta dell'indagine "Ho scoperto dell'indagine mentre ero in treno, vedendo su un sito la mia immagine sotto il titolo 'In manette'. Arrivato a Bologna mi portano in questura. Mi son ritrovato come in certi film, appoggiato al muro, mi hanno preso le impronte digitali. Ero sotto shock, non capivo ancora di cosa stavano parlando - ha proseguito Signori -. Mi chiama un giornalista, e gli chiedo di avere pietà. Il giorno dopo hanno scritto che già chiedevo scusa. In verità, chiedevo solo di capire cosa stava succedendo".
Scommesse legali "Io scommesse illegali non ne faccio, non le voglio fare". Così Signori chiarisce la propria versione dei fatti nella vicenda del calcioscommesse. "Forse - ha detto - mi porto dietro una nomea sbagliata, di essere un scommettitore incallito. A me piace scommettere legalmente, poi guardarmi la partita con un’enfasi diversa. Fare la sfida del Buondì Motta, è illegale? Queste sono le mie scommesse". Il riferimento è a una sfida lanciata in un ritiro precampionato a compagnai di squadra e giornalisti: mangiare un Buondì entro trenta passi. Signori ha cominciato la conferenza stampa accolto da un applauso, con le prime due file riservate ad amici e parenti.
Le carte dell'inchiesta "Non faccio parte di nessuna associazione" ha poi aggiunto.
"Io che ero il capo dei capi, in 50mila telefonate non ho una intercettazione telefonica. Come mai tanto accanimento nei confronti di uno che non ha un’intercettazione?". L’ex calciatore ha aggiunto di non aver "mai ricevuto nè dato assegni o soldi in contanti" ai quattro indagati finiti in carcere.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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