Lo chiamavano il palazzo delle lumache. Ora rischiano di doverlo ribattezzare il palazzo delle lumache affumicate.
C'è un nuovo problema negli alloggi popolari di via Lucarno, a Genova Struppa, il cui degrado era già stato denunciato dagli abitanti su queste pagine non più tardi di quattro mesi fa. Nonostante il caldo africano, c'è una caldaia che fuma e inquina a tal punto da non passare i controlli di legge. Ed è una caldaia nuova appena fatta installare dal Comune. Sì, avete capito bene. Nelle case gestite da A.R.T.E. (Azienda Regionale Territoriale per l'Edilizia, ndr) non bastavano le infiltrazioni, la muffa e l'annoso marciume.
Adesso anche gli interventi teoricamente migliorativi portano guai. «A maggio sono venuti a cambiare la vecchia calderina - spiega Emanuele Galassi, che oltre a essere residente è anche consigliere del Municipio Media Valbisagno - ma la nuova non ha passato il successivo esame fumi. E infatti, quando c'è vento, noi non possiamo aprire la finestra perché entra tutto il fumo in casa».
Dopo mesi di controlli e a situazione tuttora irrisolta, sembra che il problema dipenda da un difetto di struttura, così come l'umidità che rende questi palazzi malsani pare causata dalla mancanza della camicia di cemento nei muri perimetrali o da intercapedini quasi inesistenti. Dinnanzi alle note carenze di questi condomini, che resistono a suon di tapulli dai primi anni '90, il Comune non si è però premurato di procurare una caldaia adatta alla situazione, causando non solo l'ennesimo disagio agli abitanti ma pure il solito spreco che in tempi di crisi fa ancora più rabbia.
E intanto Comune e Provincia si preoccupano di ricordare ai cittadini di verificare se le loro calderine funzionano bene.
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