Calderoli agli arabi: «Cerco il confronto, non la sfida»

Il leghista dopo il caso vignette: «Condanno integralismo e terrorismo, riconosco come interlocutori i musulmani che intendono ascoltarci»

Marcello Chirico

da Milano

Non gli servirà per chiedere «scusa», ma quanto meno gli sarà utile per spiegarsi con la parte sana dell’Islam. Avverrà attraverso un video, un’intervista che Roberto Calderoli rilascerà in settimana ad Al Jazeera, il network tv arabo per eccellenza. L’unico, soprattutto, in grado di fare da ponte tra i principi del terrore e l’Occidente. L’unico probabilmente capace di rimediare, laddove possibile, all’ultimo «incidente diplomatico» tra il nostro Paese e quello arabo dai giorni del caso Ocalan, se non addirittura dai tempi di Sigonella: quello verificatosi dopo l’imprudente esibizione sulle reti Rai della t-shirt con le vignette anti-Maometto da parte dell’ex ministro leghista. Una provocazione che, dall’altra parte del mondo, è stata raccolta come una sfida. A sentire l’ultimo messaggio-video di al-Zawahiri (sempre e solo su Al Jazeera), sembra che Al Qaida non cercasse altro.
Da qui la richiesta della Tv del Qatar di un’intervista con l’ex ministro padano e offrirgli - dicono - «la possibilità di chiarire la propria posizione, parlando a un pubblico arabo usando parole concilianti. Il nostro intento non è quello di provocarlo». E quando alcuni giorni fa Calderoli si sentì proporre in questi termini questa possibilità, diede subito la propria disponibilità. Ora saranno da chiarire i termini logistici, in sostanza dove fare l’intervista (se a Roma, negli studi della Tv araba, o nella sede leghista di via Bellerio, a Milano), con chi, e con quale canovaccio di domande. «Per il momento la trattativa è un “work in progress”» fa sapere lo staff di Calderoli, «quando faremo l’intervista saprete tutto. Di sicuro non è questione di ore ma ancora di qualche giorno, molto probabilmente in settimana».
Quindi, basta con l’inventarsi date, perché questo sta facendo innervosire non poco il segretario leghista. «Queste chiacchiere sulla data dell’intervista - ha detto lui stesso - sono solo alcune delle tante inesattezze, ed uso un termine volutamente moderato, che leggo da giorni sui giornali, con mie parole rigirate ad arte, mischiate a presunte notizie. Non avessi i nervi saldi sarei già esploso». Se poi a tutto questo si aggiunge la taglia che gli ha messo sulla testa Al Qaida, che Calderoli sia un po’ nervoso è più che normale.
«Io non sfido e non aizzo proprio nessuno - è tornato a ribadire ieri -. Condanno l’integralismo e il terrorismo e non li riconosco come interlocutori.

Riconosco invece come interlocutori i musulmani che vogliono ascoltare le nostre idee e confrontarle. Lo farò volentieri, subito anche con la Tv italiana se qualcuno avrà la cortesia di invitarmi a parlare sui nostri teleschermi». Prima, però, c’è Al Jazeera che aspetta.

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