Cambia il re, rimane la sudditanza

Cambia il re, rimane la sudditanza

Due chiarimenti, prima di cominciare. Primo: no, non è rigore quello fischiato dall’arbitro Rizzoli su Balotelli sgusciato tra Motta e De Rossi. Secondo: non era facile cogliere l’astuzia dell’interista, era facilissimo invece farsi ingannare dal gambone di De Rossi piantato lì, a pochissimi centimetri. L’errore di Rizzoli perciò, perché di errore si tratta, è comprensibile e non macchia in modo vistoso la prova dello stesso arbitro, fino a quell’episodio convincente. Altri sono i rigori inventati di sana pianta o generosi a seconda del punto di vista editoriale: quello fischiato in Milan-Siena a Inzaghi per esempio, oppure quello concesso in Juve-Reggina su Giovinco, infine l’ingiusto castigo inflitto alla Roma in quel di Udine.
Esaurito il chiarimento, potremmo passare alla discussione calcistica per segnalare la fragilità della Roma nel subire la rimonta neroazzurra o il preoccupante black-out dell’Inter nel primo tempo, se non fosse spuntato il solito dibattito in redazione e in Parlamento. Gli arbitri danno una mano anche quest’anno ai primi della classe? La prima risposta è scontata: in qualche caso la mano se la dà da solo Adriano. Fuori di battuta, il quesito è pertinente e forse ha un qualche riscontro nel seguente dato: zero rigori contro i morattiani dal 2 marzo del 2008. Pure quelli a favore non sono una enormità: appena due, pochi per una squadra che attacca senza risparmi. Neanche la Juve si può lamentare: uno contro in tutto il torneo, e sul 3 a 0 a favore del Genoa. Un solletico.
Mourinho domenica sera, e nella sua scia Moratti, hanno scavato la trincea negando l’evidenza: non cedono campo alle accuse che possono arrivare fino alla soglia della benevolenza arbitrale nei confronti dei primi. Nessun complotto per carità, nessuna scheda telefonica. Il guaio è che tra Siena (gol del 2 a 1 con mezza squadra in fuorigioco), derby di ritorno (gol di mano di Adriano e rigore negato a Inzaghi) e adesso Roma, i macro-episodi cominciano a essere tanti, senza dimenticare qualche svista patita (espulsione di Muntari, rigore negato col Toro e a Lecce). Di cosa si tratta allora? Indulgenza o sudditanza verso i potenti del momento, non fa molta differenza.

Lo confessò persino Cesare Gussoni, presidente dell’Aia in uscita: «Gli italiani sono mediamente servili».
PS: Si pregano dirigenti, designatori e addetti-stampa di non spedire sms a telecronisti e opinionisti tv suggerendo letture pelose degli episodi incriminati. Non funziona più.

Commenti
Disclaimer
I commenti saranno accettati:
  • dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
  • sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.
Pubblica un commento
Non sono consentiti commenti che contengano termini violenti, discriminatori o che contravvengano alle elementari regole di netiquette. Qui le norme di comportamento per esteso.
Accedi
ilGiornale.it Logo Ricarica