Camion fuori uso, sabotaggio al Bosco di Gioia

Dopo il candelotto in via Pola, un altro episodio su cui indaga la Digos

Un candelotto martedì, un sabotaggio ieri. Forse azzardato unire i due fatti. Forse no. Tanto che i poliziotti della Digos sono al lavoro in cerca di possibili collegamenti. Dell’oggetto esplosivo trovato in via Pola davanti alla sede della Regione l’altroieri mattina si è già detto. Un oggetto cilindrico di colore verde con miccia di 15 centimetri e la scritta «Bomber 77». Inquietante il fatto che a depositarlo sia stato un giovane con il volto coperto da sciarpa e cappellino. Un gesto rapido nella notte che non è sfuggito alle telecamere a circuito chiuso. E ora le cassette sono a disposizione degli investigatori che dovranno dare un volto a quell’ombra veloce. L’altra notte il secondo episodio. Bersaglio, questa volta, i mezzi della ditta che ha abbattuto gli alberi di quello che ormai è noto come il bosco di Gioia. Un gruppo di piante che sono state segate per far posto al grattacielo che diventerà, affiancando il Pirellone, la nuova sede della Regione. Un intervento che ha già da tempo scatenato le proteste degli ambientalisti. Nella notte qualcuno ha tranciato cavi e danneggiato automezzi. Anche questi, la protesta e il sabotaggio, fatti che potrebbero non avere nulla in comune. Ma le indagini della Digos non trascurano alcuna pista. Nessuna smentita e nessuna conferma, viste le indagini ancora in corso, arriva dalla Regione.
Che, oggi, dovrà assistere a una protesta pacifica. Quella annunciata da Stefano Apuzzo ed Edgar Meyer.

«Anche quest’anno - spiegano i rappresentanti di “Gaia” - il presidente Roberto Formigoni si aggiudica il carbone della Befana verde di Gaia per lo sterminio del bosco di Gioia. Il piano quinquennale di risanamento dell’aria giace inattuato perché i 600 milioni di euro che rappresentano il costo di questo piano sono stati dirottati per la costruzione del grattacielo».

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