Il campione, l'attore, il manager e il politico: Schwarzy l'inimitabile ci dà qualche consiglio

Nel manuale «Renditi utile», Terminator ci regala «sette regole per cambiare vita». La prima? Faticare

Il campione, l'attore, il manager e il politico: Schwarzy l'inimitabile ci dà qualche consiglio
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«Alla fine del 1987 avevo ucciso 283 persone». No, non è il diario di un serial killer, le persone sono state uccise per finta, su vari set cinematografici. Comunque, avete presente i libri motivazionali? Ogni giorno ne esce uno. Come essere felici, come vivere meglio, come avere successo, come dimagrire. In genere scritti da persone il cui unico successo è riuscire a vendere il proprio libro, che non serve a nessuno, solo a chi ve lo vende. Ma ce n'è uno, solo uno, che vale la pena di leggere. Perché l'autore non è uno dei suddetti furbi qualsiasi, è Arnold Schwarzenegger, mica pizza e fichi. Muscoli e cervello, molto cervello. Titolo: Renditi utile Sette regole per cambiare la tua vita, edito da Longanesi.

È più o meno la traduzione in manuale della bellissima miniserie che trovate su Netflix, Arnold, tre puntate, tre fasi della vita: anni Settanta, il culturismo, dove Arnold diventa svariate volte il campione mondiale. Anni Ottanta, il cinema, dove Arnold diventa la star più famosa di Hollywood. Nuovo secolo, dal 2003, la politica, due mandati come governatore della California, andando allo sbaraglio, senza alcuna conoscenza politica, tant'è che quando vince e lo portano nel suo ufficio di governatore, si accende l'immancabile sigaro cubano e dice a se stesso: «Ok, ho vinto, e adesso che faccio?». Un politico italiano sarebbe stato contento di aver vinto e chi s'è visto s'è visto, per Arnold rendersi utile, agire, cambiare in meglio qualcosa, diventò un'ossessione. Essere il migliore, per gli altri. Lasciare un segno. I consigli di Schwarzenegger sono molto pratici, ma questo libro è anche una sua biografia, un uomo estremamente intelligente, che sfata anche il luogo comune di tutto muscoli e niente cervello. Che magari sarà anche vero, ma almeno per uno no. Non pensare mai in piccolo, ignora gli scettici, non avere mai nessun piano B (perché alla fine ci si concentrerà subito sul piano B, perché più facile), spaccarsi la schiena, cioè dare tutto per raggiungere il proprio obiettivo, suggerimento utile di questi tempi in cui tutti vogliono il successo facile, la ricerca dei like sui social come se significassero qualcosa (se avete fatto caso il numero di follower degli influencer è inversamente proporzionale all'intelligenza di chi influenza e leggermente superiore a quella di chi viene influenzato). «Per fare grandi cose che rimangano nel tempo sono necessari sacrifici, è questo il bello del dolore». Soffrire per raggiungere un obiettivo che non sia effimero.

Certo, qualcuno potrà obiettare che i consigli di Arnold valgano solo per Arnold. Uno che, una volta raggiunto il successo in un campo, si stufava e si spaccava la schiena per raggiungerlo in altro. Al contempo investendo, comprando palazzi quando era Mister Olympia e Mister Universo, aprendo palestre. Il resto lo conoscete, ma non tutto. Perché è stato anche un governatore straordinario, e lì, in Renditi utile, ci sono consigli che dovrebbe leggere ogni nostro politico, da sinistra a destra. Eletto con i repubblicani, Arnold si rende conto che le cose non si realizzano facendo muro contro muro, e mette allo stesso tavolo gli avversari, con intelligenza e molto pragmatismo. Per rendersi utile appunto, cosa che continua a fare ancora oggi, con il programma After-School All-Stars, che aiuta centomila ragazzi in quaranta città; nell'Usc Schwarzenegger Institute for State e Global Policy, per continuare a sostenere le sue riforme politiche negli Stati Uniti; nella Schwarzenegger Climate Initiative, che si impegna per bloccare il cambiamento climatico. Durante la pandemia mondiale, si è impegnato a combattere i complottisti e gli antiscientisti; durante l'invasione dell'Ucraina, ha mandato un videomessaggio ai russi, non per insultarli ma per metterli in guardia dalle menzogne di Putin. Un repubblicano, ma soprattutto un liberale. C'è un aneddoto, nel libro, che vale la pena riportare: «Quando assunsi Susan Kennedy, una democratica, come capo di gabinetto, reagirono come se avessi appena lasciato entrare il lupo nell'ovile. Un membro repubblicano dell'assemblea legislativa era così preoccupato che venne nel mio ufficio, si sedette sul divano accanto alla mia poltrona, si guardò in giro con aria cospiratoria come una sorta di cattivo da fumetto, e mi sussurrò all'orecchio che era lesbica, nel caso non lo sapessi. Naturalmente lo sapevo già, ma che importava? Ma sai che ha bruciato il reggiseno? disse, in un evidente tentativo disperato di farmi cambiare idea. Quindi? risposi. A me non serviva».

Che peccato che Arnold, essendo austriaco, non possa candidarsi come Presidente degli Stati Uniti, di sicuro

lo avrebbe fatto. Come repubblicano, come democratico, vista la sua visione moderna e illuminata, poco importa. Avrei voluto vederli, quell'addormentato di Biden e quel pazzo furioso di Trump, a vedersela con Terminator.

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